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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 152r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano



Libro nono di Mes-
ser Giovanni Boccaccio sopra la
Geneologia degli dei,
tradotto per Messer
Giuseppe Betussi.
Al realissimo et cortesissi-
mo suo signore il Conte
Collaltino di Collalto.


Con più benigno cielo di quello ch'io incomin-
ciai, havea guidato il padre della posterità di Sa-
turno nel lito de' Laurenti; quando ecco o per for-
tuna del mare o per forza del vento Occidentale
in un subito fui portato nel mare Egeo, et d'inan-
zi a Samo Isola già famosissima, come se le ancho-
re ivi fossero state fermate, Serenissimo Re, mi vidi
essere locato. Ivi mentre io stava riguardando le
vestigia di quel antichissimo tempio fino quasi al
Cielo, in parte andate in polve et parte gittate a
terra, le maravigliose colonne in pezzi, i capitelli cavati dal muro, i travi lunghissimi
spezzati et marciti, et tutta quasi la machina del grandissimo anzi monstruosissimo
edificio rovinata et quasi alla terra aguagliata, et sepolta nei cumuli delle ruine, indi
tra me stesso veggendo et considerando il tutto coperto tra sterpi et arbori sel-
vaggi che da sé nascono, tutto pieno di meraviglia stava ricercando, né sapeva ima-
ginarmi per riverenza et nome di cui al suo tempo potesse essere stata drizzata
così gran machina. Così lodando le magnifiche opre degli antichi, mi venne in men-
te che Giunone fu di Samo, et da' Samii tra tutte l'altre deitadi honorata; onde subi-
to compresi quel tempio, tra l'altre cose della città maraviglioso et per antichissima
fama celebrato, dagli habitatori a Giunone essere stato edificato. O, quante grandi et
lunghe fatiche sono andate in fumo. Quanti acuti ingegni d'architetti. Quanti ordi-
nati sacrifici de' pontefici. Quanti ornamenti di sublimi huomini et donne ivi
apposti, affine che al Diavolo si facesse cosa grata, sono andati a male. Onde fermandomi


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