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Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 153r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Giunone, secondo l'errore de' gentili reina degli dei, fu figliuo-
la di Saturno et Opi, et nacque innanzi Giove, ma peró in un par-
to istesso. Oltre ciò fu moglie di Giove, come dice Ovidio et Vir-
gilio. Servio vuole ch'ella fosse nodrita da Theti; et Alberigo af-
ferma ella haver allevato Nettuno. Così Martiano dice che quella no-
drì Mercurio figliuolo di Maia. Ol<t>re ciò la fanno dea dei regni
et delle ricchezze; così ancho del matrimonio, sì come Vergilio scrive:
Rende prima degli altri a Giuno honori,
Nel cui potere i matrimoni stanno.

Vogliono appresso ch'ella habbia potere sopra quelle che partoriscono, sì come nell'
Aulularia di Plauto si vede, il qual dice: O mia nutrice, io mi sento morire. Ti prego che
m'aiti. O Giunone Lucina io ti dimando aita,
et quello che segue. Le attribuiscono an-
cho una carretta et alcune armi, sì come nella Iliade Homero dimostra. Et accioché
la reina degli dei non vadi sola, le aggiungono per serventi quatordici Nimphe, sì come
in persona di lei Virgilio mostra dicendo:
Due volte sette Nimphe a' miei servigi
Bellissime di corpo stanno pronte.

Fra le quali spetialmente si annovera Iris. Dissero ancho che il Pavone sta in sua guar-
dia, alla cui coda Ovidio dice ch'ella vi pose gli occhi d'Argo amazzato da Mercurio.
La chiamano ancho, oltre il nome di Giunone et Regina, con molti altri nomi, come sa-
rebbe Lucina, Matrona, Curiti, Madre degli Dei, Fluonia, Februa, Interduca, Domindu-
ca, Unxia, Cinthia, Socigena, Populonia et Proserpina. Dicono ancho ch'ella, havendo
mangiato alcune latuche silvestri, partorì Hebe sua figliuola; così percosso un fiore, Mar-
te; ma di Giove suo marito, Vulcano. Oltre ciò, di lei molte altre cose si riferiscono. Cir-
ca le cose predette, che sono molte, molti diversamente hanno esposto varie dichiarationi.
Dice Barlaam che Giunone è stata tenuta figliuola di Saturno et Opi da quelli i quali
hanno creduto Saturno essere stato il creatore delle cose, et Opi la materia, et Giunone
la terra over l'acqua. Così Macrobio, dove parla del Sogno di Scipione, dice che è sorel-
la di Giove, per essere stata prodotta da quelli istessi semi che fu Giove; affermando Gio-
ve essere il Cielo et Giunone l'aere, la quale dicono essere nata innanzi Giove; perché es-
sendo Giove il foco et costei l'aere, a noi non pare che senza spirito, che è l'aere, il fuo-
co si possa ridurre in fiamma, né ridotto poter vivere. Et però essere bisogno che l'ae-
re vi sia se tu vuoi che il foco vi segua; overo ciò puotè esser detto perché il fuoco per
lo movimento dell'aere s'accenda, sì come spesse volte veggiamo essere avenuto nelle sel-
ve et nei luoghi palustri; et così l'aere è nato pria del foco. Fu poi finto ch'ella fosse
nodrita da Theti perché si ristaura con l'humidità dell'acqua ogni parte d'aere, che as-
sottigliato si cangia in foco. Che quella allevasse Mercurio et Nettuno, il tutto si nar-
rerà dove di quelli si ragionerà. È detta moglie di Giove perché l'aere è posto sotto il
cielo, overo il foco. Servio dice poi che alle volte Giove si toglie per lo foco et l'aere,
et talhora per lo fuoco solo; così Giunone si piglia per la terra et l'acqua, et talvol-
ta per l'aere solo; et però quando per lo foco et per l'aere si piglia Giove, et Giunone
per la terra et l'acqua, meritamente sono detti marito et moglie, havendo il foco et


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