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Biblia, 1 Cor » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 154v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


tengo essere stato ufficio di Venere, la quale (testimonia Alberigo) dicevano che seguiva
Giunone Domiduca nelle nozze, percioché il primo ufficio in oprare le cose che s'ap-
partengono al matrimonio era di Giunone, et a Venere era conceduto congiungere al-
l'atto carnale l'huomo et la donzella, et a quella sciorre la cinta della castità, la quale
attribuiscono ad essa Venere et la dicono Ceston. È poi detta Matrona perché è sopra-
stante solamente di quelle donne che sono buone da marito et atte a partorire; le quali,
benché non si maritino, sono matrone, overo così possono chiamarsi attento che per l'età
ponno essere madri. Dice poi Alberigo che si chiama Curiti, sì come regale overo for-
te, o vogliamo dir potente; o più tosto secondo Servio a Curru, che è la carretta, atten-
to che i combattenti adopravano le carrette, per le quali vogliono ch'ella fosse dea sopra
le guerre. La chiamano ancho Madre degli Dei, perché intendono la terra madre di
tutti. Favonia poi, secondo Alberigo, dai fiori dei semi; overo perché nel parto liberi le
femine. Ma io tengo che sia detta Fluonia et non Favonia dal flusso menstruale delle don-
ne, il quale si dice essere causato (secondo alcuni) dalla Luna. Così ancho dalle purgationi
Februa, attento che dopo il parto quelle purghi; percioché Februo significa l'istesso che
Purgo. Si sono dette quelle cose che ci sono parse sotto qualche figmento poetico contene-
re in sé natural senso. Ci resta dichiarare quello che sotto parte delle fittioni secondo l'hi-
storia è stato finto. Nella Sacra Historia si legge Giunone essere stata generata da Giove,
Re et huomo, et di Opi moglie di Saturno, in un parto istesso con Giove, ma pria di
lui esser nata; et secondo Varrone fu nodrita nell'Isola di Samo chiamata pria Parthr-
nia, dove essendo cresciuta fu maritata in Giove; et per ciò a Samo vi fu edificato un
nobilissimo et antichissimo tempio dove era l'imagine di Giunone figurata in habito d'u-
na donzella che si mariti, alla quale ogni anno si celebravano i sacrifici nuttiali.
Hebe, figliuola <di> Giu-
none et dea della gioventù, che fu mo-
glie d'Hercole.
Hebe secondo Theodontio fu figlia di Giunone; della cui recita fa-
vola tale. Dice egli che Apollo apparecchiò un convito a Giunone sua
madrigna in casa di Giove suo padre, et che tra l'altre cose vi fece
porre innanzi delle latuche agresti; le quali con desiderio mangiate
da Giunone, avenne ch'ella fino alhora stata sterile s'impregnò, et
di tal parto partorì Hebe; la quale per essere bellissima da Giove fu
tolta per suo pincerna et fatta dea della gioventù. Finalmente essendo egli con tutti gli
altri dei andato a mangiare con gli Ethiopi, occorse che Hebe poco avertitamente ma-
neggiando le tazze con quelle s'intricò, et cadè sozzopra, dove levandosele i vestimenti
mostrò tutte le parti vergognose ai dei; di che Giove la privò di tale ufficio, et in suo lo-
co sostituì Ganimede fratello di Laumedonte Re di Troia. Ultimamente, morto già Oete


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