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Caporali, Cesare - La corte » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 163r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


havuto un figliuolo chiamato Diomede, venne all'assedio di Thebe; dove combattendo
per racquistare il suo reame avenne tra gli altri un giorno che egli fu ferito con una
saetta a morte da un certo Menalippo. Il che non potendo sopportare in pace, et senten-
dosi per la mortalità della ferita giungere alla morte, divenuto come rabbioso pregò i suoi
compagni che li portassero il capo di colui che l'havea ferito; i quali andando a combat-
tere con molto spargimento di sangue, fecero tanto che amazzarono Menalippo et
gli portarono il capo; il quale non altrimente che un cane, sentendosi già morire, con i
denti incominciò roderlo, et rodendolo se ne morì. Oltre ciò (secondo Lattantio) furo-
no di quelli che dissero costui essere stato da Marte generato, il quale pigliò la effigie
d'Oeneo; non volendo eglino per ciò intendere altro eccetto ch'egli nella sua nativi-
tà hebbe per ascendente Marte, et però essendo a lui simile di lui il dissero figliuolo.
Diomede figliuolo
di Thideo.
Diomede, come a bastanza s'è detto, fu figliuolo di Thideo et
Deiphile. Costui, capo degli Etholi, insieme con gli altri Greci ven-
ne all'assedio di Troia, dove di maniera si diportò valorosamente
che, eccetto Achille et Aiace, fu tenuto il più forte di tutti gli altri.
Percioché oltre i Re da lui amazzati, le battaglie da corpo a corpo
havute contra Hettore et Enea et altri famosissimi prencipi di
Troiani, et oltre i presi cavalli di Rheso, et il Palladio a' Troiani levato, in quella guer-
ra ferì Marte, sì come nella Iliade testimonia Homero; et così ancho Venere che difen-
deva Enea, sì come prima Homero et poi Vergilio dicono. Finalmente ritornando ver-
so la patria vittorioso, dice Leontio che dalla moglie Egiale, la quale per conforti di
Nauplo padre di Palamede s'era accostata ad altro huomo, non fu ricevuto. Ma Servio
dice ch'egli essendosi accorto Egiale essersi congiunta con Cillabaro figliuolo di Stele-
no, per ciò vergognatosi non volse ritornare nella casa. Oltre ciò, Leontio vuole questo
esserli stato pregato da Dione, quando li ferì la figliuola. Nondimeno andato in essiglio
si condusse nelle parti di Puglia, et occupato il monte Gargano (come vogliono alcuni)
a' piedi di quello edificò la città di Siponto, altri dicono Arpo; dove havendo molto
patito (secondo Vergilio) perdette i compagni mutati in uccelli, et perciò che per oracolo
(secondo Servio) portò seco l'ossa d'Anchise ciò gli avenne; onde per questo le ritornò.
Aristotele poi dove scrive delle Cose Maravigliose da Udire dice che Diomede a tradi-
mento fu amazzato da Enea, et occupato i luoghi ch'egli signoreggiava. Nondimeno
(morto che fu) afferma Agostino ch'egli dagl'habitatori fu deificato, et gli fu edificato un
tempio in quell'isola dal nome suo chiamato Diomedia, et dopo la morte di quello i compagni
suoi adolorati furono convertiti in uccelli che volano d'intorno quel tempio et l'honorano. Il
che afferma ancho Servio, dicendo questi uccelli da' Latini esser dette Diomedie et da' Greci


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