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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Isione da tutti viene tenuto figliuolo di Phlegia. Vogliono al-
cuni che costui per compassione di Giove fosse raccolto in cielo et
fatto suo secretario, dove levatosi in superbia per tal dignità, heb-
be ardire tentar Giunone di stupro; la quale essendosi lamentata con
Giove di ciò, egli fece che una nube prese la forma di lei et giac-
que con Isione, della cui generò i Centauri. Et essendo da Giove cac-
ciato di cielo in Terra, hebbe ardire appresso mortali vantarsi c'havea giacciuto con
Giunone, là onde percosso da un folgore fu sententiato nell'Inferno ad essere legato, et
girato da una volubile rota piena di Serpenti. Onde Ovidio dice:
Si rivolge Ision con una ruota
Et seguendo si fugge, e ogn'hor raggira.

Di questo figmento la ragione può esser tale. Isione fu di Thessaglia et Signore dei La-
pithi, et di tal maniera fuori di ragione ingordo di regnare, che per tirannide si sfor-
zò d'occupare il tutto. Giunone poi hora habbiamo detto ch'ella è tolta per l'aere, hora
per la terra, et regina dei regni et delle ricchezze; la quale in quanto terra pare che
ci porga i regni in Terra et qualche stabilità; in quanto aere, che è lucido, pare che ag-
giunga qualche splendore ai regni, il quale è così fuggitivo che liggiermente si conver-
te in tenebre. La nube poi per opra del Sole, di vapori acquatici, overo di humiditadi
che levano dalla terra et nell'aere si uniscono per natura sua diviene caliginosa, alla vi-
sta sensibile ma alla mano incomprensibile; et senza essere fermata da alcune radici qua
et là da' venti è cacciata, et finalmente dal calore è rissoluta in aere o dal freddo è can-
giata in pioggia. Che adunque per ciò? Per la nube non intenderemo il regno, ma perché
vi s'aggiunge l'effigie di Giunone, ciò diremo essere quello che per violenza possediamo
in Terra, il quale non ha simiglianza nessuna di regno; in quanto, sì come un Re signoreg-
gia a' suoi sudditi, così quello che per forza comanda a' suoi popoli non signoreggia vera-
mente, ma ha forma di dominare et tuttavia tiranneggia. Così ancho, sì come tra l'aere
chiaro et una oscura nube è gran differenza, così è tra il Re et il tiranno. L'aere è
chiaro, così il nome reale. La nube oscura, tale la tirannide. Il nome di Re amabile, del
Tiranno odioso. Il Re sale sopra la sua sedia ornato di scettro reale, il Tiranno occupa
il dominio circondato da spavontevoli arme. Il Re dura per la quiete et allegrezza dei
popoli, il Tiranno per lo sangue et miseria dei sudditi. Il Re cerca la pace et l'accresci-
mento dei suoi fedeli con tutte le forze, il Tiranno ha cura del suo ben proprio con la
ruina dell'altrui. Il Re nel seno degl'amici riposa, il Tiranno (cacciati gl'amici et fra-
telli) confida l'anima sua nella securtà dei satelliti et scelerati huomini. Là onde in sé
(come si vede) essendo queste cose diverse, il Re meritevolmente si può fingere per l'aere
Puro et chiaro, et con lui è qualche stabilità congiunta, se dire si puote ch'alcuna sta-
bilità sia nelle cose caduche; dove poi è il tiranno, per lo contrario egli è una nube oscu-
ra senza essere congiunta a nessuna fermezza, la quale liggiermente si risolva, o dal fu-
rore delle cose a cui soggiace o per la dapocaggine degli amici. Lasciate queste cose,
istimo che senza difficultà vedremo quello che significhi la favola. Allhora Isione viene
assunto in cielo quando con l'animo contempliamo le cose alte, come sarebbe il regno, le


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