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Galenus, Claudius - De febrium differentiis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 165v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


sità è ch'egli lasci i generosi pensieri et venga negli oscuri, et così da Giove, cioè
dalla luce et splendore dei pensieri cade, overo viene cacciato in Terra; et essendo ful-
minato viene gittato nella ruota, sì come è stato detto. Di questa ruota poi pare che
Macrobio intenda altrimenti, cioè che quelli pendano legati d'intorno la ruota i quali
con consiglio non prevedendo nessuna cosa, né con ragione niente moderando, dando in
preda sé stessi et tutte le sue attioni alla fortuna et ai casi fortuiti, sempre si ruota-
no et aggirano. Altri poi, dove si dice che Isione fu secretario di Giove et Giunone,
tennero che Isione fosse augure, percioché nell'aere si pigliavano gli auguri; per li quali
secreti, cioè quelle cose c'hanno a venire, solamente da questi tali erano istimati essere
conosciute. Che poi d'una nube generasse i Centauri, vogliono non doversi intender al-
tro eccetto che col premio dei satelliti piglino la fede; la quale così liggiermente venen-
do un altro dono si dissolve che diventa nube. Oltre ciò, Fulgentio dice che Dromocri-
de nella Teogonia scrive Isione essere stato il primo che in Grecia cercasse regnare, et
però fu il primo ch'alla guardia sua trovò cento huomini armati a cavallo; onde nac-
que che furono detti Centauri, cioè cento armati. Ma io mi maraviglio Isione essere
stato il primo ch'appresso Greci desiderasse regnare, ritrovandosi che molto prima in-
nanzi Isione furono infiniti Re appresso Scicionii et Argivi, i quali pur sono greci.
Isione fu al tempo che in Argo signoreggiava Danao. Nondimeno, egli qui mi potreb-
be rispondere gli altri Re che furono inanzi a lui di consenso dei suoi popoli haver re-
gnato, ma Isione essere stato il primo che per forza occupasse.
I Centauri figliuoli
d'Isione in generale.
I Centauri furono figliuoli d'Isione et d'una nube, sì co-
me è stato mostrato. Alcuni vogliono questi essere stati i primi che in
Thessaglia domassero cavalli, et essere divenuti famosi cavalcatori;
et perché furono insieme cento furono detti Centauri, quasi cento ar-
mati, overo cento Marti; percioché Arios in greco significa Marte. Overo più tosto cen-
to aure, attento che, sì come il vento velocemente vola, così questi parevano velocemen-
te correre. Nondimeno questa Ethimologia è latina, la quale punto non si conface con le
dittioni greche. Servio di loro narra favola tale. Che havendo un Re di Thessaglia man-
dato i suoi ministri a far ritornare a dietro alcuni suoi buoi, che da rabbia cacciati era-
no fuggiti dall'armento, et quelli a piedi non li potendo arrivare, montarono a cavallo,
et correndo velocemente gli aggiunsero. Onde questi tali veduti sulla ripa del fiume Pe-
neo da quegli huomini rozzi, che davano bere a' cavalli, furono tenuti essere d'un istes-
so pezzo insieme con gli animali; et da questo la favola prese materia. Di che da indi
in poi i Centauri si sono dipinti dal mezzo in su huomini et dal mezzo in giù caval-
li. Finalmente questi huomini tali insuperbiti et ebbri, nelle nozze di Pirithoo volsero
rapirli la sposa, ma da Theseo furono vinti et superati. Ma Vergilio dice che quelli fu-
rono i Lapithi. Marte sopportò che quelli fossero abbattuti et estinti percioché eglino non


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