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Plautus, Titus Maccius - Bacchides » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 169v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


openione dicono che fu confermata per consiglio d'un nobile huomo. Percioché
Giulio Procolo, il quale fu tenuto della stirpe d'Enea con Remo et Romolo, lasciata
Alba era venuto a Roma; onde nella città sollecita di sapere con desiderio nuova del
perduto Re, montò in renga così dicendo: "Romolo, o Quiriti, padre di questa città, que-
sta mattina nell'alba venuto di cielo in Terra m'apparve, et standomi innanzi con quel
venerabile aspetto in questo modo parlommi: "Levati, et annuntia ai Romani ai dei
essere piacciuto che la mia Roma sia capo delle terre del mondo. Onde, ch'essercitino la
militia, et che faccino sapere ai posteri che nessune ricchezze humane non potran-
no resistere all'armi Romane." Così havendomi detto questo, ritornò in cielo."
Di che
avenne che sotto nome di Quirino, percioché egli vivendo con una hasta, che in lingua
Sabina si chiamava Quiris, caminava, fu chiamato et tenuto Iddio. Nondimeno,
Plinio dove tratta degli Huomini Illustri dice che Romolo da Curi castello dei Sabini
chiamò i Romani Quiriti. Morì egli doppo c'hebbe regnato anni trentasette, et inco-
minciò regnare negli anni del mondo quattromilaquattrocentoquarantacinque, sì co-
me scrive Eusebio nel libro dei Tempi. Et perché egli è stato l'ultimo dei ritrovati nel-
la prole di Marte, piacemi insieme con lui dar fine al nono libro.
Il fine del nono libro.


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