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Martialis, Marcus Valerius - Liber spectaculorum » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 171r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Nettuno fu figliuolo di Saturno et Opi; il quale subito che fu
nato dalla madre fu nascosto affine che da Saturno non fosse mor-
to, sì come nell'Historia Sacra si legge. Gli antichi chiamarono co-
stui Dio del mare; il che per li versi di Marone è manifesto, men-
tre dice:
Partitevi con fretta, et riportate
Al vostro Re; ch'a me toccato a sorte

Ha l'imperio del mare, e il fier Tridente.


Il che forse s'è tolto da Homero, mentre in persona di Nettuno così nella Iliade
Parla:
Tre fratelli figliuoli di Saturno
Noi siamo; i quali ha partorito Rhea.
Il primo è Giove, et il secondo io sono,
Il terzo è Dite, ch'in Inferno regna.
In tre parti ogni cosa habbiam diviso;
Ha toccato l'honore a chi è piacciuto.
Ma certamente a me toccato ha sempre
Habitar ne l'antico, et alto mare

Senza potermi mai d'indi partire.


Oltre ciò, Alberigo dice che di costui fu moglie Amphitrite et che hebbe una bellissima
successione di figliuoli, ma di più mogli. Et essendoli stato attribuito una carretta et com-
pagni, a qual partito egli se ne vada elegantemente Vergilio il descrive, dicendo:
Ai superbi distrieri il carro aggiunge,
E i fren schiumosi pone; et da le mani
Lascia tutta cader la briglia, et vola
Col nero caro sovra il mar liggiero.
Stan salde l'onde, et sotto il grave peso
L'acque sue il mare parimente estende.
Fuggon da l'ampio ciel gli oscuri nembi.
Vengono in compagnia varie sembianze,
Smisurate Balene, e i chori antichi
Di Glauco, Inoo, e Palemone, e i presti
Tritoni; indi l'essercito di Phorco
Sostenta poi da man sinistra Theti,
Et Melite, et la vergin' Panopeia,
Nisee, Spico, Thalia, et Cimodoce.

Ma Statio altrimenti descrive il suo incesso et caminare, mentre dice:
Sì come fa Nettuno alhora quando
Da la spelonca d'Eolo uscir fa fuori
I fieri venti, et sopra il mare Egeo
Accompagnato vien da rei ministri.
Stanno d'intorno lui i nembi, e i verni,
I nuvoli profondi, atri, et oscuri.

Oltre ciò, questi hebbe lite con Minerva sopra l'imporre il nome ad Athene; il che a pie-
no essendo da noi stato dichiarato dove s'è parlato di Minerva, hora come superfluo il
lasciaremo. Così ancho delle mura di Troia da lui et da Apollo edificate nel capitolo di
Laumedonte se ne è parlato. Vogliono appresso ch'egli sia stato allievo di Giunone, et
che in loco di scettro porti il Tridente, et i fondamenti delle cose esser sacrati a quello.
Ma hora parmi esser da vedere ciò che la stolta antichità sotto questo habbia compreso.
Nettuno è stato finto Dio del mar, perché questo si legge nella Sacra Historia. Giove dà
l'imperio del mare a Nettuno accioché regnasse in tutte l'Isole et tutti i luoghi che sono
appresso il mare. Di qui i Poeti, poscia per haverlo l'historico chiamato Re, l'hanno finto
Iddio; la qual fittione di maniera crebbe, che ancho quelli ch'erano tenuti prudenti da sì
sciocca credenza furono presi. Dissero poi Amphitrite esser di lui moglie, percioché sem-
pre col mare è congiunto un suono che in ogni luogo dei liti s'ode ove l'onde battono la


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