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Galenus, Claudius - De oculis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 171v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


terra; et però Amphitrite è detta da Amphi che significa circa et Triton che vuol
dir suono del mare, onde viene ad essere consonante. Gli è attribuito il carro per designa-
re il suo movimento nella superficie, il quale si fa con una rivolutione et rumore, come
proprio fanno le ruote d'un carro. Del suo caminare et della sua compagnia, il che da
Vergilio è scritto, si può far coniettura dall'uso et natura del mare quando ritorna
tranquillo. Da Statio poi è descritto il contrario, cioè quando il mare diviene pieno di
procelle. È poi stato detto il mare esser stato allievo di Giunone perché l'aere dall'acque
riceve accrescimento, sì come è stato narrato dove s'è parlato di Giunone. Il Tridente in-
vece di scettro a lui conceduto dinota la triplice proprietà dell'acqua, percioché è corren-
te, navigabile et buona da bere. I fondamenti poi sono sacrati a lui perché per opra sua
la terra si move, là onde da Homero spesissime volte è chiamato Ennosigeos, che signifi-
ca l'istesso che movente la terra; di che per ciò gli insipidi volsero quello ch'a lui era
sacrato da lui dover essere serbato. O quanto poco haveano letto quel detto di Davite:
Se il Signore non havrà edificata la casa, invanno s'affaticheranno quelli che la edifica-
no
; et specialmente quelli che commetteno i fondamenti a Nettuno, non essendo nessuna
cosa stabile se non si fonda sopra la pietra, et questa pietra è Christo. Il chiamano Nettu-
no, come dice Rabano et Isidoro, perché il mare cuopre la terra. Overo come vuole Al-
berigo è detto Nettuno a Nando, perché le cose che sono in lui nuotino; il che tengo da
farsi beffe, volendo a un non pensato nome di Re attribuire tali espositioni.
Doro, primo figli-
uolo di Nettuno.
Doro (secondo Servio) fu figliolo di Nettuno; il quale altri vogliono che
regnasse nelle parti di Grecia, et in ogni cosa essere stato di tanta aut-
torità, che tutti apppresso quali signoregiasse dal suo nome fossero chia-
mati Dori. Ma Isidoro nelle Ethimologie et Rabano nell'Origine
delle Cose
dicono che Doro fu figlio di Nettuno et Elope, et ch'il
nome dei Dori et l'origine loro è venuta da una parte della Grecia dalla quale ancho
s'è cognominata la terza lingua greca, che si chiama Dorica. Perché costui sia detto fi-
gliuolo di Nettuno, ci pare questa ragione. Primieramente, può essere cosa possibile ch'
egli sia stato figliuolo di Nettuno Re, et che sì per sua virtù come per auttorità del pa-
dre venisse in gran credito, come suole avenire. Et di questo sia detto assai. Oltre ciò gli
antichi furono soliti, et specialmente quelli ch'erano d'animo generoso, partirsi dai pro-
pri paesi et andar altrove ad habitare, alle volte volontariamente per disio di gloria
et alle volte cacciati da seditioni, o da altra necessità constretti. I quali, perché alle vol-
te i monti non erano per tutto facili a passare, et i boschi si trovavano per l'antichi-
tà pieni di sterpi, et i liti volentieri erano habitati, si mettevano in mare sopra qualche
Navilio a ricercare alcuna isola o lito, et dove arrivavano occupando il lito o essen-
do benignamente dagli habitatori raccolti, se per openione dei popoli mostravano se-
gno di divenire illustri et famosi, se bene della sua origine non si sapeva altra notitia,


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