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Vergilius Maro, Publius (Pseudo) - Catalepton » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 174r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Medusa, Stennione
et Euriale, Gorgoni et figliuole di Phorco.
Medusa, Stennione et Euriale furono figliuole di Phorco et d'un mon-
stro marino, sì come dice Theodontio. Queste furono dette Gorgo-
ni, et secondo l'antica fama tra tutte non havevano più che un
occhio, il quale adopravano mo' l'una mo' l'altra. Et sì come scrive Pomponio Mela nel-
la Cosmographia possedettero l'isole Dorcadi, le quali si trovano esser nell'Oceano d'
Ethiopia dirimpetto degl'Ethiopi Hesperidi; il che pare che Lucano dimostri dove dice:
Negl'ultimi confini, ove la Libia
Ardente region riceve in grembo
L'Oceano, che dal Sol percosso è caldo,
Gli ampi terreni di Medusa figlia

Di Phorco ivi son sparsi, et dominati.


Oltre ciò dicono queste tali haver havuto tal proprietà, che chi le riguardavano si cangia-
vano in sassi. Vuole Ovidio che queste fossero solamente due, ove dice:
Ove habitaron già le due sorelle
Figlie di Phorco, c'hebbero per sorte,

Tra tutte una sol luce, e un occhio solo.


Et questo basti in quanto a tutte tre. Hora ci piace dichiarar il senso delle fittioni. Et prima
non tengo io che queste fossero figlie di Phorco re di Sardigna del qual di sopra s'è parlato,
ma di qualche altro Phorco ch'a quel tempo nell'isole Dorcadi regnava. Istimo che fossero
chiamate figlie d'un monstro marino dalla simiglianza, perché la balena è monstro marino
tra le cui proprietadi, dicono quelli c'hanno ricercato le nature degl'animali, ella haver
questa, che aprendo la boccha empie di tanto odore il tutto che tutti i pesci se le avicinano, on-
de ella ne piglia quelli che vuole fino attanto che si satolla; di che medesimamente le figlie di
Phorco con la maravigliosa sua bellezza trahevano a vederli tutti gl'huomini, et po' furono
dette figliuole d'un monstro. Che poi havesse un occhio solo, Soreno et Dionigdo scrittori del-
le antichità dicono ch'eglino credeno ciò esser stato finto perché erano d'una istessa egual bel-
leza. Ma io tengo che ciò fosse detto perché una istessa openione et giudicio fosse di tutti quel-
li che le vedevano. Che poi cangiassero in sassi chi le mirava, istimo questo esser stato trova-
to percioché così grande fosse la loro bellezza che, veduta quella, ogn'un restasse stupido, mu-
tolo et immobile, non altrimenti che insensibil sasso. Furono dette Gorgoni perché, secondo Theo-
dontio, morendo il padre et restando ricchissime, di maniera hebbero cura delle loro faculta-
di che, accresciute molto in riccheze, dai suoi furono chiamate con tal cognome; il che riso-
na ministre della terra, percioché in greco Georgi significa agricoltori. Ma Fulgentio ha di-
versa openione. Dice egli esservi tre sorti di terrore, le quali per questi nomi si dimostranno.
Stennio s'interpreta debilità, cioè principio di timor che solamente debilita la mente; Euriale
poi è l'istesso che ampia profondità, cioè stupore overo uscir di sé; la quale con un certo profondo
terrore occupa la mente debilitata. Medusa poi significa oblio, la quale non tanto turba l'ap-
parenza della mente, ma etiandio impone una nebbia al vedere; questo terrore opra in tutti. Ma
serbando sempre riverenza a Fulgentio, queste cose non ci paiono conformi all'intentio-
ne dei fingenti, perché queste non apportano terrore ma maraviglia.


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