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Plato - Epinomis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 178v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


che cade dal capo di Medusa, sì come nel libro de' Fastis si legge:
Si crede questi nato esser del sangue
Ch'uscendo cadè dal pregnante capo

De la morta Medusa da Perseo.


La qual'openione d'Ovidio è seguita da Fulgentio et Alberigo. Oltre ciò, dicono co-
stui non solamente essere stato velocissimo, ma uccello, sì come l'istesso Ovidio dice:
Questi sopra le nubi, et sotto anchora
Le stelle andando, invece hebbe di terra

Il cielo, et per li piedi hebbe le piume.


Indi dicono ch'egli con un piede cavò il fonte Castalio alle Muse, sì come l'istesso Ovi-
dio riferisce:
Giunt'è la fama a noi del novo fonte;
Mentre il cavallo di Medusa ruppe

Con l'ugna de l'un piede il dur terreno.


Et poco da poi segue:
Nondimeno la fama è pura, et chiara,
Che di tal fonte origin fu Pegaso,

Et Pallade condusse alle sacre acque.


Oltre ciò, dicono ch'egli portò Bellorophonte che andava contra la Chimera monstro.
Così ancho Perseo, quando andò alle Gorgoni. Anselmo poi dove parla dell'Imagine del
Mondo
aggiunse a questo cavallo alcune cose, le quali non ho trovato esser dette da nessun
altro. Dice ch'egli ha le corna, l'anhelito affogato et i piedi di ferro, accioché sia tut-
to simile ad un monstro. Oltre ciò, il locarono tra le stelle (testimonio Ovidio):
Sdegnoso già i novi freni havea
In bocca tolto; quando l'ugna lieve
Fece, stendendo il pié, l'Aonie acque;
Hor gode in cielo quel, che pria con piume
L'aere trattava; et hor lucer si vede
Tra cinque, et diece risplendenti stelle.

Hora sopra queste cose parmi essere da ricercare quello che gli antichi habbiano voluto
comprendere. Io tengo che questo cavallo sia la fama delle cose oprate, la cui velocità per
lo corso et volo di questo cavallo si disegna. Il quale viene chiamato figliuolo di Nettu-
no et Gorgone perché nasce dai fatti di terra et di mare. Che fosse poi conceputo
nel tempio di Pallade, istimo ciò essere stato finto percioché dirittamente la fama nasca
dalle operationi essequite discretamente et con consiglio. Delle cose che succedono a ca-
so, di ragione nessuno non merita fama; delle fatte con temerità, più tosto si gli conviene
infamia. Che i piedi di questo cavallo siano di ferro, ho per fermo ciò essere stato detto
perché nel gire d'intorno mai si stancano le forze della fortuna. Le corna vi si aggiungo-
no per comprendere la sublimità dei famosi, così l'anhelito di fuoco; accioché si conosca
il fervente disio di manifestare. Assai chiaramente si dichiara ch'egli fece il fonte Ca-
stalio, perché per disio di fama et gloria temporale da molti è posto ogni affettione; on-
de ogni volta che si consegue il suo intento, tante fiate ancho il fonte Castalio, cioè l'a-
bondante materia di parlare, nasce. La quale, perché è propria dei poeti, perciò questo fon-
te viene detto essere consecrato alle Muse. Che poi egli portasse ad essequire imprese Bel-
lorophonte et Perseo, ciò puotè essere stato detto percioché per disio di gloria furono
condotti a quello che oprarono. Overo, come alcuni vogliono, v'andarono sopra una na-
ve la cui insegna era un cavallo alato. Alberigo scrive di questo cavallo una peregrina


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