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Hesiodus - Opera et dies » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 181v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Piro, figliuola di
Neleo et moglie di Biante.
Piro fu figliuola di Neleo et Clori, sì come nell'Odissea scrive Ho-
mero. Costei fu tanto bella che quasi tutti i nobili della Grecia la desi-
derarono per moglie et la dimandarono al padre Neleo; il quale a
nessuno non la volse dare se non gli prometteva prima torre i buoi
che gli riteneva Iphiclo zio della madre di Neleo, né gli li voleva ren-
dere. Onde nessuno non havendo ardire mantenerli questo, Melampo
a quel tempo famoso indovino mostrò la via a Biante suo fratello, per lo mezzo della qua-
le alquanto da poi potrebbe torre i buoi di Neleo che gli erano tenuti da Iphiclo. Di che
gli persuase che facesse la promessa a Neleo, per haver sì bella donzella per sposa. Bian-
te adunque dando fede al fratello promise a Neleo la richiesta; per la qual cosa ingegnan-
dosi di ricuperare i buoi, da Iphiclo fu preso et posto in prigione. Poscia indi ad uno
tempo lasciato menò i buoi a Neleo, et hebbe Piro per moglie. Tutte queste cose quasi
si contengono nel testo d'Homero, alle quali aggiunge Leontio che, essendo stato Biante
un anno in prigione, sentì le travi della casa haver fatto vermi, da noi chiamati tarli, on-
de comprese per le guaste travi dover seguire la ruina; la quale havendo annuntiata ad
Iphiclo, meritò la libertà. Finalmente Iphiclo non potendo generare figliuoli dimandò
a Biante quello che potesse fare per haverne, al quale persuase che portasse del veneno di
serpente; il che fatto, la moglie s'impregnò et a tempo partorì un figliuolo. Per lo qual
beneficio da Iphiclo gli furono restituiti i buoi di Neleo et egli hebbe Piro, che a lui
partorì Antiphati et Mantione.
Cigno, ventesimo-
terzo figliuolo di Nettuno.
Cigno fu figliuolo di Nettuno, sì come afferma Ovidio dicendo:
Già Cigno prole di Nettuno havea
A la morte donato huomini mille.

Questi, come dice l'istesso, havea havuto in dono dal padre che ferro no'l poteva ferire;
per la cui commodità divenuto ardito et dando aiuto a' Troiani amazzò molti Greci,
et contra Achille venne a battaglia. Il quale, veggendo ch'egli si gloriava che ferro non
li poteva nuocere, pigliando un gran sasso il trasse contra quello, già lasso et per molti
colpi attonito. Onde Cigno dal gran colpo percosso cadè et Achille subito gli fu adosso,
con un ginocchio calcandoli il petto et con le mani stringendoli la gola, di maniera che
constrinse lo spirito affogarlo; ma incontanente dal padre fu mutato in uccello di suo no-
me, et l'armi sole restarono ad Achille. La spositione di questi figmenti può esser tale.
Cigno forse fu detto figliuolo di Nettuno per la candidezza del corpo et agilità dei
membri, attento che quelli che di complessione sono humidi, la qual'humidità procede da
Nettuno padre di quella, sono di colore candidi, et come una piuma molli et delicati.


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