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Parmenides - Testimonia » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 182r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Alla quale humidità, se con debita proportione è congiunto il calore, questi tali sono do-
tati d'ottima agilità di membra. Onde aviene che, ammaestrati in schifare i colpi, sì co-
me alcuni ne habbiamo visti, con armi non possano essere feriti; di che se alcuno vuol vin-
cere questi tali, è di necessità che gli vinca a stracchezza. Che divenisse poi uccello di suo
nome, ciò si deve intendere che, morto lui, appresso mortali non vi restò altro che il vo-
latile nome.
Grissaore, ventesi-
moquarto figliuolo di Nettuno.
Grissaore, sì come nel libro degli Originali afferma Rabano, fu figli-
uolo di Nettuno, né altro di lui si legge.
Otto ventesimoquin-
to et Ephialte ventesimosesto figli-
uoli di Nettuno.
Otto et Ephialte (secondo Servio) furono figliuoli di Nettuno
et Iphimedia moglie d'Aloo Titano, che fu ingravidata da Nettu-
no, sì come nell'Odissea Homero dimostra. Questa Iphimedia Paolo
la chiama Elettrione, ma Theodontio Ephimeida. Questi adunque,
perché nacquero della moglie d'Aloo, per lo più sono chiamati Aloi-
di, sì come ancho spesse volte Hercole Amphitrionide. Questi tali
ogni mese parevano crescere nove dita, là onde in picciolo spatio di tempo furono finti
d'una estrema grandezza di corpo. Dice Homero che questi hebbero così grande accre-
scimento perché erano nodriti dalla terra, et che non vissero più che nove anni; di che
disegnando la sua statura, dice che la loro grossezza era di nove braccia, et la lunghez-
za di nove passi. Oltre ciò dice che hebbero guerra contra Marte, et che il presero et
incatenarono, dove fu ritenuto prigione tredici mesi; et che se Giunone non havesse pre-
gato Mercurio che il liberasse sarebbe morto in prigione. Il qual Mercurio segretamen-
te il rubò, et così fu liberato. Il che Claudiano tocca dove parla delle Laudi di Stillico-
ne
, così dicendo:
Quando, che i due fratelli, che figliuoli
Furo de l'aspro Aloo, presero Marte

Mettendolo in prigion legato, et stretto.


Oltre ciò, questi furono mandati in Gigomantia da Aloo, non potendo egli per la vec-
chiaia andarvi; i quali ivi, sì come piace ad alcuni, con gli altri fulminati da Giove moriro-
no, et ad Ephialte fu posto sopra il monte Etna, et ad Otto un certo monte Cretese. Altri
dicono poi, tra quali è Homero, ch'eglino per la grandezza del corpo hebbero ardire porre


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