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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 182v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


i monti sopra i monti et voler andare in Cielo; ma sì come nell'Odissea dice Homero,
da Apollo con le saette furono morti. I quali secondo Vergilio sono confinati nel-
l'Inferno, dove dice:
Qui dei figli d'Aloo gli immensi corpi
Simili a l'impietà nel loro ardire
Vidi, che con le mani oltraggio al cielo
Far pensaro, e spogliar Giove del regno.

Hora ci resta aprire il senso di queste cose. Barlaam diceva questi essere stati due fratelli
molto potenti et figliuoli d'Aloo, ma chiamati poi di Nettuno perché oltre ogni misura
di corpi humani erano cresciuti; il che vogliono appartenersi a Nettuno in generare cor-
pi così smisurati. Che poi vivessero solamente nove anni et che fossero nodriti dalla terra,
è perché di quei luoghi che possedevano cavavano grandissime rendite, et per nove anni
hebbero guerra contra Giove, che secondo l'historie habitava sul monte Olimpo; dove in
quella guerra amendue de pestilentiosa infermità assaliti morirono, et di q. fu detto che da
Apollo con le saette fu morto. Altri dicono poi che questi tali insieme con Saturno vennero
contra Giove et edificarono alcune fortezze, ma che ultimamente dalle forze di Giove resta-
rano abbattuti et morti, in quel conflitto che si fece in Phlegra. Del preso Marte non ho trovato
altro. Tuttavia tengo potersi esporre in questo modo, Marte essere stato qualche huom famoso
in guerra et molto forte di costoro inimico; il quale se bene fu molto potente, nondimeno come
spesso aviene che i maggiori vengono nelle mani dei minori, da loro fu preso et imprigiona-
to. Onde alla sua liberatione non si trovando via, Mercurio, cioè la frode, il quale è dio di la-
dri, pregato da Giunone, cioè corrotto con danari, overo corrompendo guardiani, liberò quello.
Egeo, ventesimosettimo
figliuolo di Nettuno, che generò Theseo et Medo.
Egeo re d'Athene fu figliuolo di Nettuno et dio Marino, sì come
Theodontio afferma. Dice Paolo che costui hebbe due mogli, la pri-
ma delle quali fu detta Etra, figliuola di Pitteo re di Throezen, della
quale hebbe Theseo. La seconda fu (secondo Ovidio) Medea fuggi-
tiva, la quale essendo ripudiata da Giasone et da lui fuggendo, non
solamente da quello fu alloggiata, ma tolta per sposa; onde di lei (co-
me piace[a] a Giustino) hebbe un figliuolo chiamato Medo. Successe nel reame del Re Pan-
dione, che (secondo Theodontio, il quale dice ciò esser vero) di lui fu padre; di che regnando
lui occorsero molte disgratie agli Atheniesi, percioché tra l'altre sopportarono lungamen-
te la guerra di Minos Re de' Cretesi, da lui mossa per vendetta del suo figliuolo Androgeo
indegnamente da loro ammazzato. Finalmente essendo vinti patteggiarono con Minos in
tal modo, cioè che ogni anno si obligavano mandar sette giovani di più nobili Atheniesi
in Creta al Minotauro; i quali per sorte tre anni gli furono mandati. Ma il terzo essendo
tra gli altri toccato a Theseo, egli, con grandissimo dolore del padre Egeo, per andarsene
montò sopra una nave. Onde essendo tutti gli altri ornamenti del navilio, et remi, et
corde, et antenne, et vele, et ogni altro guarnimento nero, hebbe in commandamento dal
padre che, se per caso occorresse ch'egli havesse felice essito, che ritornando dovesse


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