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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 183v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


tra vepri et spini stracciato; il che oscurò in gran parte il suo splendore. Finalmen-
te già vecchio, et da' suoi Cittadini dalla patria scacciato, appresso l'Isola minore di
Schiro finì l'ultimo giorno, dopo l'haver dicinove anni signoreggiato in Athene. Le lo-
di di costui con alti versi dichiara Ovidio, dove dice:
Cantano le tue lodi, o Theseo eccelso.
Et quello che segue per undici versi continui.
Hippolito figliuolo
di Theseo, che generò Virbio.
Hippolito fu figliuolo di Theseo et Hippolita Amazo-
na. Costui, facendo vita casta et tutto datosi alle caccie, con fer-
mo proposito di sprezzare tutte le donne, dalla madrigna Phedra
non v'essendo Theseo fu molto amato; alla quale non havendo vo-
luto compiacere, ritornando Theseo da lei fu accusato di stupro.
Il quale divenuto furioso volse amazzare il figliuolo, ma Hippoli-
to temendo l'ira del padre montò sopra la carretta et si diede a fuggire. Onde adivenne
che per caso passando vicino al lito del mare i buoi marini ch'erano venuti sul lito, udi-
to lo strepito delle ruote del carro, con furia si mossero per ritornar nel mare; di che i
cavalli d'Hippolito messi in fuga et smarriti cominciarono uscire del camino, et per sco-
gli, bronchi et spini strascinare la carretta, non giovando il poter d'Hippolito con ma-
ni a reggere i freni, là onde come quasi morto dai circonvicini fu raccolto; benché tutti
i Poeti, et spetialmente Seneca Tragico nella Tragedia d'Hippolito, dicano che fu strac-
ciato et morto. Il quale finalmente, per opra et aiuto d'Esculapio, quasi da morte fu
non senza grandissima fatica ritornato in vita et nel primiero stato. Dal qual
successo pare che sia dato luogo alla favola nella quale si legge Theseo haver ha-
vuto in dono dal padre di poter tre volte havere ciò che disiasse; onde perché hora disiò
che il figliuolo fosse morto, dal padre i buoi marini furono mandati sul lito. Ma Hippo-
lito per non provar la terza fiata l'ira del padre, la quale prima havea morto la madre
Hippolita, hora intendendo che cercava punirlo del non suo fallo, lasciò la terra Atheniese
et venne in Italia, non lontano dal loco dove poi fu edificata Roma; et ivi mutatosi il
nome comandò che fusse chiamato Virbio, perché due volte fu huomo: l'una inanzi il
suo caso, l'altra poscia che per beneficio d'Esculapio li pareva essere stato in vita torna-
to. Ivi dice Theodontio ch'egli edificò un castello, et dal nome della pigliata moglie il
chiamò Ariccia. Oltre ciò, Theodontio dice essere falso che Hippolito menasse vita celibe,
anzi che con segreto amore amò Ariccia, nobile donna del paese d'Athene; la quale per-
ché era cacciatrice chiamava Diana, onde diceva che serviva a Diana. Onde per opra
di questa Ariccia avenne che fu sanato da Eusculapio, istimando Theseo ch'egli fosse morto.
Virbio figliuolo
d'Hippolito.


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