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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Nauplio fu figliuolo di Nettuno et Amimmone figliuola del re Da-
nao, sì come testimonia Lattantio; il quale della di lui origine recita
favola tale. Mentre Amimmone figliuola di Danao s'essercitava nel-
le selve a lanciare il dardo, a caso percosse un Satiro, alla quale per-
ciò il Satiro volendo far forza quella dimandò aiuto da Nettuno; on-
de Nettuno cacciato via il Satiro giacque con lei, dal quale congiungi-
mento hebbe Nauplio. Si trova che Nauplio regnò in Euboia, et dicono che di lui fu fi-
gliuolo Palamede morto appresso Troia. Il che non potendo sopportare Nauplio, né tro-
vandosi forze bastanti a vendicarlo, si rivolse ad adoprar l'ingegno; onde dimorando i
Greci intorno Troia, egli incominciò circondare tutta la Grecia et entrare nelle case rea-
li di tutti i prencipi, dove con quelle migliori persuasioni che poteva usava adulterio con
tutte le loro mogli, et le persuadeva a congiungersi con quanti elle potevano; istimando
perciò che ritornando i Greci verso la patria nascerebbono tra loro molte seditioni et
venirebbono all'armi, di che amazzandosi l'uno con l'altro egli verrebbe a vendicar la
morte del suo Palamede. Et è stato creduto, sì come affermava Leontio, Clitennestra per
opra sua essere venuta negli abbracciamenti d'Egisto; onde poscia ne fu morto Agamen-
none, et indi Egisto et Clitennestra. Così Egiale moglie di Diomede essersi congiunta con
Cillibaro figlio di Steleno. Et per tacer dell'altre, Licophrone si sforza macchiare l'incli-
ta fama di Penelope, volendo che per consigli di Nauplio alcune notte giacesse con un de'
suoi Proci. Oltre ciò, dicono che l'implacabil vecchio con animo sì fervente desiderò la ven-
detta che, ritornando i Greci dopo la ruina di Troia nella patria, et essendo cacciati da du-
ra et rea fortuna, egli montò sopra il monte Caphareo, dove la notte accendendo una facel-
la, come s'egli volesse a loro mostrare un porto securo, fu cagione che molti desiderosi di
salvarsi vennero ad urtare negli scogli pericolosi, onde con tal scelerità ne perin una gran
parte. Del cacciato Satiro et di Amimmone oppressa da Nettuno, Barlaam con poche
parole ne mostra la ragione, dicendo che il Satiro fu pedagogo della donzella, et Nettu-
no un certo Lerneo Egittio molto famoso, di cui Amimmone prima fu concubina che mo-
glie; et da lui essere stato nominato il fonte et la provincia Lernea.
Palamede figliuolo
di Nauplio.
Palamede fu figliuolo di Nauplio, il quale essendo insieme con Greci d'intor-
no Troia, et essendosi quelli per una seditione levati contra Agamennone,
et toltali la potestà c'havea di comandarli, fu fatto suo capitano nella guerra. Tra co-
stui et Ulisse, sì come dice Servio, era odio, percioché Ulisse per non venir alla guerra
di Troia fingendosi esser pazzo, legando al giogo et all'aratro diversi animali se ne sta-
va nei campi a seminar sale; onde Palamede, per far esperienza se ciò fosse vero o non,
pose in terra dinanzi all'aratro il fanciullo Telemaco, il quale vedendo Ulisse subito fer-
mò l'aratro; di che si conobbe che non era pazzo. Oltre ciò, essendo Ulisse andato in
Thracia per fromento et ritornando senza niente, con dire che non ne havea trovato,


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