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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 187r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano



Libro undecimo di Mes-
ser Giovanni Boccaccio sopra la
Geneologia degli dei,
tradotto per Messer
Giuseppe Betussi.
Al non meno virtuoso che hono-
rato suo Signore, il Conte
Collaltino di Collalto.


Di Acaia, tra il Pachino promontorio di Tina-
cria et l'antiche Siracuse, i venti con assai benigno
spirare m'haveano condotto; dove veggendo che
quasi fino al fine haveva condotta tutta la prole di
Nettuno, più tosto narrando la venuta degli anti-
chissimi Re nell'isola che i loro fatti, meco stesso sta-
va considerando et riguardando a quale regione del
cielo dovessi drizzar la prora della mia barchet-
ta. Onde mi venne in mente hora con vele, hora con
remi, hora con piedi esser tanto da spingere inanzi
che non vi restasse alcuno figliuolo dell'infausto vecchio Saturno del quale non fosse descrit-
ta la progenie, eccetto Giove, il quale vollero che fosse padre, re et Signore dei dei et de-
gl'huomini. Confesso, Serenissimo Re, ch'io restai stupido et mi caderono le forze dell'ani-
mo; et come quasi al mio viaggio fosse stato opposto un riparo estremo et insuperabile,
disperatomi diceva: "O misero, già potei entrare nell'ampio et gran gorgo dell'Oceano, et
con un picciolo legnetto trappassar l'onde che fino alle stelle s'inalzavano. Potei transcor-
rere per tutto il vasto lito del mare Mediterraneo, tra mille scogli et risonanti sassi. Po-
tei salire sopra monti alpestri, scendere in valli oscure, entrare in antri tenebrosi, cercar le
stanze delle fiere, et delle selve et dei boschi ricercar l'ombre quiete; passar per le cittadi
et castella, et quello ch'è più terribile, scendere fino nell'Inferno et ricercare tutte le te-
nebrose stanze di Plutone; con gl'occhi forare le viscere della Terra, et così ancho degli
altri dei la prole che ancho alla penna resta appesa, come da me conosciuta produrre in
mezzo. Ma hora, se non vedrò Giove, a qual partito potrò descrivere la grandissima sua


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