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Tansillo, Luigi - Canzoniere » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 188v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


gliati padri, et gli liberò. Poscia cacciò del reame il padre, attento che egli ritrovò che vo-
lea farlo morire, sì come di sopra dove s'è parlato di Saturno a pieno s'è detto. Et di
qui dicono che gli sovragiunse la guerra con i Giganti; onde havendoli vinti sopra loro vi
pose alcuni monti, sì come è stato mostrato. Indi soggiogato il mondo con i fratelli divi-
se l'imperio, dando a Plutone il dominio dell'Inferno, a Nettuno del mare, et per sé tenen-
do quello del cielo. Et molto prima havendo tolto per moglie la sorella Giunone, et di-
venuto re potente et desideroso di gloria, incominciò divenir ambitioso, et non meno con
astutia che per forza non solo le lodi humane, ma gli honori divini ricercare. Edificò tem-
pi (sì come si legge nell'Historia Sacra) in molti luoghi et gli dedicò al suo nome, et in
ogni paese ch'egli veniva congiungeva seco in amicitia, famigliarità et hospitio tutti i
Re et i prencipi dei popoli; et quando da loro partiva comandava che fosse edificata una
chiesa, et ornata del suo nome et di quello dell'hospite, come quasi da questo potesse du-
rare la memoria dell'amicitia et concordia. Onde con tale astutia avenne che furono edi-
ficati tempi a Giove Ataburio et a Giove Labriando, essendo stati Ataburio et La-
briando nella guerra suoi aiutori. Così ancho a Giove Laprio, Giove Molione, Giove
Cassio, et altri simili; il che da lui con astutia fu imaginato per acquistare per sé l'ho-
nore divino, et agli hospiti suoi nome perpetuo accompagnato con la religione. S'alle-
gravano adunque quelli tali et volentieri obedivano al suo imperio, et per gratia del suo
nome celebravano i sacrifici et le solennità annuali; et in tal modo per tutto il mondo
Giove seminò la riverenza del suo nome, dando essempio agli altri d'imitarlo. Questi
habitò ancho nel monte Olimpo, sì come testimonia l'istessa Sacra Historia, dove si legge:
A quel tempo Giove nel monte Olimpo facea la maggior parte della sua vita; et ivi a
lui venivano, se havevano alcuna differenza. Oltre ciò, se alcuno trovava qualche novità
che fosse utile alla vita humana, veniva a ritrovarlo, et a Giove la mostrava.
Et quello
che segue. Oltre questo, come che tal'huomo fosse ambitioso d'intorno l'occupar gli honori
et molto libidinoso, nondimeno ritrovò molte buone et utili cose alla vita humana et
quelle introdusse, et alcune cattive ne levò. Et tra l'altre levò dai costumi degli huomi-
ni quella usanza di mangiar carni humane, de' quali al tempo di Saturno usavano. Così
finalmente disposte le cose sue finì l'ultimo giorno, del cui fine è testimonio Ennio. Egli
nella Sacra Historia havendo prima descritto tutte le operationi di Giove in vita, in ulti-
mo così dice: Indi Giove, poscia che cinque volte hebbe circondato la Terra, a tutti gli
amici et parenti suoi divise gl'imperi, et a tutti lasciò leggi, ordini, costumi, et assignò
biade; appresso fece molti altri beni, et havendo conseguito gloria immortale et sempi-
terna memoria, lasciò di sé ricordo ai suoi; la età et la vita malamente in Creta mena-
ta cangiò, et se ne andò in cielo. Onde i Cureti suoi figliuoli hebbero cura del suo corpo,
et l'ornarono molto; et a quello fecero un bellissimo sepolcro in Creta nel castello d'
Aulatia, la qual città dicono haver edificato Vesta; et sopra la sepoltura di lui in lettere
greche antiche fu scritto Giove di Saturno.
Ma Evemero dice ch'egli
morì in Oceana; nondimeno, che fu sepolto nel castello d'Aulatia. Forse che questo no-
me d'Oceania fu primo a Creta innanzi che dal nome di Creta, Nimpha et figliuola d'


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