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Biblia, 2 Cor » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 192r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Et va seguendo per diece versi. Ma perché di sopra dove si ha trattato dell'altre Vene-
ri d'intorno l'espositioni delle fittioni si è molto ragionato, qui mi parrebbe superfluo re-
plicare. Ci resta porre quello che si dubita. Alcuni istimano questa Venere essere l'istes-
sa con quella di Cipro; ma io tengo che fossero due, et che questa veramente fosse fi-
glia di Giove et moglie di Vulcano. Altri vogliono che fosse figlia di Siro et di Cipria
overo Dione, et moglie d'Adoni. Quelli poi ch'istimano amendue una istessa dicono che
fu figliuola di Giove et Dione, et prima moglie di Vulcano et poi d'Adoni, et per la sin-
golar bellezza da' Cipriani tenuta Venere Celeste. Et fu detta dea et come dea con sacrifi-
ci honorata, dove in Papho vi fu edificato un tempio et altari, et ivi sacrificato con incen-
so et fiori che rendevano soave odore, percioché Venere per molte cagioni d'odori si di-
letta. Indi dicono che costei, essendo sopravivuta al marito, arse di tanta libidine che quasi
in publico si diede alle lascivie, et per coprire la sua scelerità dicono ch'ella persuase alle
donne Cipriane l'arte meretricia, et haver ordinato che col corpo ignudo invitassero gli
huomini; onde si pose in uso che ancho le vergini fossero mandate ai liti per dare a Ve-
nere le primitie della loro verginità et futura pudicitia, et che dal coito degli stranieri
si ricercassero le doti. Theodontio v'aggiunge ancho dicendo così scelerata usanza non
solamente in Cipro lungamente esser stata usata, ma portata fino in Italia; il che con l'aut-
torità di Giustino si conferma, il quale dice ciò per voto alle volte a Locri esser accaduto.
Amore, duodecimo
figliuolo di Giove.
Tutti vogliono che Amore fosse figliuolo di Giove et di Venere;
il che io terrò non d'huomini ma dei pianeti, percioché amendue so-
no di complessione simili, humidi et calidi. Oltre ciò, amendue sono be-
nivoli et egualmente splendenti; et però da questi tali esser generato
l'Amore, et spetialmente quello col quale viviamo insieme et col quale
è finto che facciamo le amicitie; accioché vegniamo a comprendere
che dalla conformità delle complessioni et dei costumi tra mortali l'amore et l'amicitia si
generò. La quale non può esser vera eccetto tra i virtuosi, sì come chiaramente mostra
Tullio dove tratta dell'Amicitia. Et di qui tengo che più tosto da questi, ch'ambo sono be-
nivoli, si dica esser nato, attento che nessuno non può esser benivolo se non è virtuoso.
Del lascivo poi, si è parlato di sopra.
Proserpina, terzade-
cima figliuola di Giove et moglie di Plutone.
Proserpina fu figliuola di Giove et di Cerere; la quale perché
sprezzava gli ardori di Venere da Plutone fu amata, rapita, por-
tata nell'Inferno et di lui fatta moglie. La quale lungamente ricerca-
ta da Cerere, et per inditio d'Aretusa ritrovata nell'Inferno, per


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