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Petrarca, Francesco - Triumphi » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 196r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Era veloce, et molto fiero in guerra,
Dotato di gran forza, nominato
Dedalion per nome, che fu figlio
Di quello padre, il qual l'Aurora chiama,

Et esce dopo lei fuori del Cielo.


Di costui l'istesso Ovidio recita favola tale. Che havendo egli una figliuola chiamata
Lichione, che per la sua bellezza molto piacque a Phebo et a Mercurio, ella leva-
tasi in altezza hebbe ardire parlar contra Diana, onde avenne che da lei fu con le
saette percossa et morta. Di che celebrandosi le essequie funerali di lei, più volte De-
dalione per lo dolore si volse gittare nel rogo dove si abbrugiava il corpo della figli-
uola; ma essendo tre volte ritenuto, la quarta ostinatamente correndo verso il foco pri-
ma che ivi giungesse fu converso in Sparvieri, onde quelli costumi ch'egli havea
essendo huomo mantenne ancho uccello. Theodontio levando il velo a questa fittione
riferisce una historia, dicendo che Lichione si maritò in Penio Epidaurese et che Pe-
nio fu raccolto et molto honorato <da> Dedalione padre di lei, huomo rapacissimo; il qua-
le per ciò era stato scacciato dal fratello Ceice. Ma essendo morta la figlia et man-
cando la speme del parentado, ritornando nell'antico costume fu detto essersi cangia-
to in Sparvieri.
Lichione, figliuola
di Dedalione et moglie di Peno.
Lichione fu figliuola di Dedalione; la quale di quattor-
dici anni essendo bellissima et da molti dimandata per moglie, co-
me dice Theodontio, si maritò in Peno. Indi ritornando Mercu-
rio dal monte Cilleno et Phebo da Delpho, veduta la loro bel-
lezza amendue s'accessero di lei, et separatamente le dimanda-
rono di giacer seco. Ma Apollo indugiò fino alla notte per have-
re il suo intento. Tuttavia Mercurio, non potendo tardar tanto, toccò la donzella col
caduceo et la fece adormentare, et così dormendo usò seco, et si partì. Ma ve-
nuta la notte, Apollo cangiatosi in una vecchia se n'andò a lei et giacque seco; di che
avenne ch'ella d'amendue s'impregnò, et di Mercurio partorì Antiloco, il quale in
processo di tempo non degenerando dal padre divenne eccellentissimo ladro. Di Phe-
bo poi partorì Philemone, il quale fu molto eccellente nella cettra et in versi. Ma
costei, per la generosa prole et perché havea piacciuto a così eccelsi Dei levatasi in
superbia, hebbe ardire anteporre la sua alla bellezza di Diana; là onde Diana sde-
gnata con le saette la amazzò. Sotto la corteccia della qual favola quello
che vi si nasconda, di sopra parlando di ciascuni di loro egli s'è
mostrato. Lichione poi amazzata da Diana non
istimo esser altro, eccetto che in lei oprando
gli humori frigidi se ne morisse.


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