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Plato - Cratylus » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 15v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano

Bugiardo, et temerario; ivi la vana
Letitia, et ivi le abbattute teme,
La nova sedition (senza sapersi
Chi de l'invention ne sia l'auttore)
Ella, ciò che si faccia in cielo, e in mare
E in terra vede, et tutto il mondo cerca.

Et quello che va dietro. A bastanza anco ai poco ammaestrati queste cose sono palesi. Et
però quello che voglia Paolo, mentre aggiunge alla favola la Fama essere stata generata
affine di palesare le cose dishoneste degli dei, resta che dichiariamo. Il che non istimo vo-
ler significar altro eccetto che, non potendo i minori con le forze de' maggiori contrasta-
re, si sforzano con l'infamarli con parole vindicarsi. Volsero poi ch'ella fosse figliuola del-
la Terra, perché la fama non nasce da altro che dalle attioni oprate in terra. Che ancho sia
senza padre non è stato detto senza ragione, attento che, sì come spessissime volte delle co-
se oprate dalla fama, de le quali per lo più, secondo che sono falsissime, non se ne sa l'in-
ventore, colui che fosse ritrovato potrebbe essere descritto in loco di padre.
Tartaro, terzo
figliuolo della Terra.
Afferma Theodontio Tartaro essere stato figliuolo della
Terra, senza padre. Dice Barlaam che costui pigro et da poco giace
ancho nel ventre della madre; percioché, volendolo partorire et chia-
mando in suo aiuto Lucina, ella non volse esserle favorevole al parto,
là onde partorì poi la Fama per vergogna delli dei. Questo figmento
ha pigliato materia dallo effetto, non perché Lucina non fosse per dar
favore a quello che era per nascere, overo al parto avenire; conciosia che gli antichi s'i-
maginarono d'intorno il centro della Terra essere un loco molto cavo dove l'anime nocen-
ti erano tormentate, come a pieno dimostra Virgilio nel discender d'Enea all'Inferno. Que-
sto vogliono esser detto Tartaro; et secondo Isidoro delle Ethimologie così chiamato dal
tremor del freddo. Percioché ivi né mai raggio di Sole vi puote penetrare, né v'è alcun
movimento d'aere per lo quale possa scaldarsi. Che poi nel ventre della madre si faccia da
poco, assai si conosce perché non può ascender di sopra; et se vi ascendesse, non sarebbe più
Tartaro. Impropriamente è poi chiamato figliuolo della Terra; percioché, come che una
donna l'habbia conceputo, nondimeno s'un conceputo non sarà venuto in luce, di ragione
non si potrà dire figliuolo. È nomato ancho senza padre conceputo, accioché crediamo il
corpo della Terra haver concavitadi. Non siamo già però certi si havesse origine della
creatione, overo dal seguito dopo la creatione. In testimonio delle predette cose dice
Virgilio:
Esso Tartaro sta due volte tanto
In profondo sepolto sopra l'ombre
Quanto di sopra è l'aspetto del cielo
Verso la Terra d'ogn'intorni in alto.

Indi segue:
Qui l'antica progenie de la Terra
(Di Titan prole) da folgor percossa
È rivoltata nel profondo centro.

Et quello che va dietro.


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