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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 16r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Tagete, quarto
figliuolo della Terra.
Tagete, come affermarono i gentili, et massimamente Thoscani, sen-
za cognitione di padre fu tenuto figliuolo della Terra. Di cui rifferisce
Paolo Perugino che, essendosi alquanto gonfiata la terra appresso Thosca-
ni nel campo tarquinese, quel villano del quale era il campicello, commos-
so dalla novità della cosa, desideroso di vedere ciò che volesse mostrare
quella gonfiezza stette alquanto ad aspettare; finalmente divenuto impatiente, un giorno
tolse una zappa et incominciò pian piano a cavar quel loco. Né molto penetrò ch'eccoti
da quelle glebe uscire un fanciullo; per lo cui monstro smarrito l'huomo rozo chiamò i
circonvicini. Né molto da poi questi, che poco dianzi era stato veduto fanciullo, fu visto
d'età compiuta, et indi a poco vecchio. Poi havendo insegnato agli habitatori l'arte del-
l'indovinare, mai più non comparse. Onde gli habitatori tenendolo Iddio lo hebbero per
figliuolo della Terra et lo chiamarono Tagete, che l'istesso sonava già in lingua Thosca-
na che fa nel latino Iddio; et poscia in loco di sommo Iddio lo adorarono. Ma Isidoro di-
ce che con l'aratro havendo un contadino levato una zolla fu trovato il fanciullo, né più
da' Thoscani veduto; et allhora haverli insegnato l'arte dell'indovinare, et di quella ancho
haverne lasciato libri, i quali da' Romani furono poi nella loro lingua trasportati. Del cui
figmento istimo essere stato il senso tale, cioè poter essersi ritrovato alcuno che, lungamente
studiando d'intorno quest'arte, et per commodità della contemplatione (sprezzata la conver-
satione degli huomini) comparse in un subito dotto; cosa che punto non era creduta. Et il fin-
to partorir della Terra, si può credere ch'egli forse veduto fosse uscire di qualche speloncha,
overo che come non pensato s'appresentò dinanzi gli occhi del lavoratore del campo, co-
me si fosse uscito da quelle glebe; così dal rozo volgo fu detto figliuolo della Terra. Senza
padre, poi, perché il suo nascimento fu dubbioso. Oltre di ciò, hebbero in usanza gli antichi
chiamar figliuoli della Terra tutti gli stranieri non conosciuti che venivano a loro da viag-
gio per terra, sì come dicevano Nettuni quelli che venivano per mare. Fu detto fanciullo
perché fu ritrovato novo, et subito in età provetta, et vecchio; il che significa dotto et pru-
dente (cosa che è propria de' vecchi). Che ciò avenisse nel campo Tarquinese, o perché fosse ivi
prima il detto Tagete conosciuto, o perché Thoscani furono famosissimi nell'arte d'indo-
vinare. Per lo breve termine poi del suo dimorare, si comprende l'affettione grande degli
habitanti verso lui, percioché il dimorar d'una cosa amata (come che fosse lunghissima)
all'amante par sempre breve. Che ancho fosse tenuto per Dio, istimo essere avenuto per
questo, che la dottrina la quale grandemente honoravano (oprando Iddio) nobilitassero.
Antheo, quinto
figliuolo della Terra.
Ogn'uno chiama Antheo figliuolo della Terra; et perché nessuno non
gli assigna padre, è stato necessario tra i figliuoli metterlo senza padre
certo. Del quale così Lucano scrive:


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