BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Caporali, Cesare - La corte » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 206r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Atreo figliuolo di Pe-
lope, che generò Alceono, Melampo
et Eviolo.
Atreo fu figliuolo di Pelope et Hippodamia; il quale, sì come
per le parole di Seneca poeta nella Tragedia Thieste si può com-
prendere, insieme con il fratello Thieste regnò nella Morca, con pat-
to c'hora l'uno hora l'altro signoreggiasse. Ma finalmente tra loro
nacque discordia, la quale secondo Lattantio fu per cagion tale. Sì
come è stato detto di sopra, egli si ritrova che Mirtilo fu gittato in
mare da Pelope. Di che Mercurio sdegnato, pose tanta discordia tra Thieste et Atreo
che diventarono inimici. Haveva Atreo un montone, del quale in tal modo Seneca Tra-
gico parla:
Nelle superbe stalle un nobil grege
Di Pelope possede; di cui guida
È un bel montone, che per tutto il corpo
Ha di fin oro sparsa la sua lana.
Chi questo tiene ancho gli aurati scettri
Dei lantalici Re si gode lieto.
Il possessor di questo è quel, che regna;
A questo dietro sol va la fortuna
Del gran reame. Hor ei securo giace
Pascendo i prati, et le diverse herbette
In un rimoto loco, ch'è diviso
Da un sasso, che il fatal grege nasconde.

Desiderando Thieste haver questo montone, s'imaginò che potrebbe ottenerlo s'induces-
se ne' suoi abbracciamenti Merope moglie d'Atreo; né l'occasione mancò del cattivo
pensiero, percioché et di lei n'hebbe figliuoli et la menò via dal marito. Là onde
vennero a guerra insieme, et Thieste fu cacciato del Reame. Ma Atreo non si conten-
tando dell'essiglio del fratello, fingendo perdonarli il richiamò nella patria, et a quel-
lo pose inanzi nel convito tre figliuoli amazzati a mangiare, et gli diede del loro
sangue mischiato con altre bevande a bere; indi, poscia che hebbe mangiato et bevu-
to, comandò che gli fossero poste inanzi le mani et i piedi dei figliuoli, facendo ma-
nifesto di qual cibo l'infelice padre si fu pasciuto. Onde dicono che mentre la gran
scelerità si commetteva il Sole, che si levava in Oriente, se ne fuggì in Occidente per
non vedere tanta iniquità. Nondimeno, secondo Lattantio, questo Atreo fu morto da
Egisto figliuolo di Thieste. Il vello d'oro del montone in questa historia finto, penso do-
versi intendere sì come pare che inteso l'habbia Varrone dove tratta dell'Agricoltu-
ra
, mentre dice le pecore haver havuto per la carità le lane d'oro, sì come in Agro Atreo;
la quale Thieste cercò per sé usurpare. Overo più tosto per questo montone da vello d'o-
ro deversi intendere il tesoro per lo quale i Re sono istimati, et senza il quale non si
ponno fare le necessarie spese alla guerra, né mantenere lo splendor reale. Il Sole poi ri-
volto in Occidente dinota che a quel tempo fa l'Eclipsi; la quale dagli huomini non essen-
do conosciuta, parve molto monstruoso. Nondimeno Lattantio dice che questa in Mi-
cene fu predetta da Atreo, et da lui prima ritrovata; del quale Thieste veggendo esse-
re approvata l'openione, tutto colmo d'invidia dalla Città partì.


pagina successiva »
 
p. 206r