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Empedocles - Fragmenta » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 208r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Tolse Asparta d'Alettore figliuola
Per moglie del figliuolo Megapento;
Il quale molto forte fu da lui
Generato di Lidia sua servente,
Percioché i dei non diedero figliuolo
Ad Helena; da poi ch'hebbe Hermiona
Figlia da loro desiata tanto,
Che di Venere bella havea sembianza.

Così per questi versi si comprende che Menelao diede ancho per moglie ad Agapento
Asparta figliuola d'Elettore, le cui nozze Thelemaco figliuolo d'Ulisse venendo d'Itha-
cia ritrovò che si celebravano.
Agamennone figliuolo
di Phistene, che generò Ephigenia, Chrisotemi, Laodi-
cea, Hiphianassa, Elettra, Aleso et Horeste.
Agamennone fu figliuolo di Phistene, sì come di sopra s'è mostrato; et
picciolo raccomandato ad Atreo. Costui fu re di Micene et successo-
re di Thieste, sì come nella Iliade pare ancho che Homero voglia,
dove descrive molti versi sopra lo scettro d'Agamennone che dicono
quasi l'istesso. Appresso Troia, nel consiglio dei Greci, come capo Aga-
mennone teneva lo scettro, il quale havea fatto il Fabbro Vulcano, et
quello dato a Giove figliuolo di Saturno; poscia Giove il concesse a Diattoro Agriphon-
te; Hermia il diede poi a Pelope Plesippo; indi Pelope ad Atreo, il quale morendo il lasciò
al bellicoso Thieste, et Thieste il lasciò ad Agamennone, che dominava molte isole et
Argo. Nelle quale parole non si serba il descritto ordine della Geneologia, il quale descri-
vendo io ho seguito l'auttorità dei Latini. Incominciò Agamennone, secondo Eusebio, re-
gnare negli anni del mondo quattromila et sette, nel qual'anno Helena fu rapita et
tutta la Grecia mossa contra Troiani; onde per general consentimento di tutti adunata
l'armata in Aulide et fatto generale dell'essercito, si drizzò alla guerra, lasciando la
moglie Clitennestra, della cui havea già havuto molti figliuoli. Di che appresso Troia so-
stenne molte fatiche et sopportò ancho l'odio d'alcuni prencipi, per lo quale fu privo del-
la dignità, et in suo loco inalzato Palamede; il quale per inganno d'Ulisse essendo stato
morto, Agamennone con maggior sua gloria fu ritornato nel primiero stato di quello
che con ignominia fu deposto. Oltre ciò, sopportò gli sdegni d'Achille per Briseida a lui
levata. Finalmente presa et ruinata Troia, essendo a lui in sorte toccata Cassandra figlia
di Priamo, con molta altra preda, montò in navi per ritornare verso la patria; ma da for-
tune di mare travagliato (come scrive Homero), andò errando quasi un anno pria che ri-
tornasse nella patria. Ma intanto (come testimonia l'istesso Homero), havendo segretamen-
te Egisto figliuolo di Thieste occupato il tutto, poste per tutto il lito spie alla guardia,
et intesa la venuta d'Agamennone, con venti degli amici suoi fece una imboscata,
et egli con l'avanzo della sua compagnia fingendo amicitia con Agamennone l'andò
ad incontrare, et gli apparecchiò un solenne convito; nel quale di consentimento di Cli-
tennestra ammazzò Agamennone che mangiava. Ma Seneca Poeta della morte di
lui tiene altra oppenione, percioché nella Tragedia intitolata Agamennone dice


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