BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Gellius, Aulus - Noctes Atticae » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 210v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


del giorno, et la Luna, con la rugiada et humidità nella notte danno favore alle viti,
et conducono l'uve all'accrescimento et maturezza. Et così questo che nel colmo s'ho-
nora sarà di Nisa, et l'altro delle cime dei monti di Parnaso Baccho, percioché
abonda di vignette a lui sacrate; et sarà detto Dionisio, quasi Dio di Nisa, attento che
Dios in greco volgarmente significa Dio.
Perseo, trentesimose-
condo figliuolo di Giove, che generò Gorgopho-
ne, Steleno, Eritreo et Bacchemone.
Perseo, tenuto che dagli antichi <è> padre di tutta la nobiltà di Grecia,
fu figliuolo di Giove et Pane figliuola d'Acrisio. Onde Ovid. dice:
Non pensa esser Iddio, né men pensava
Perseo punto di Giove esser figliuolo,
Del quale s'impregnò con pioggia d'oro
Danae la madre; e partorì poi quello.

Ma qualmente egli nascesse di Danae, ciò si può vedere dove di lei s'è trattato. Que-
sti adunque già cresciuto (come dice Lattantio), per commandamento del Re Polidete pi-
gliò l'impresa contra Gorgone; onde hebbe il cavallo Pegaso alato, lo scudo di Pallade,
i taloni et la scimitarra di Mercurio, et incominciò a Prendere il volo da Aphesan-
te, sì come narra Statio dove dice:
Un monte v'era, che per fino al cielo
Col dorso s'inalzava, et torto, et chino.

Et così va continuando per cinque versi. La quale Gorgone da lui, senza patir danno, con
lo scudo di Pallade fu veduta et considerata, di che la vinse et le levò il capo; onde poi
con quello cangiò in sasso Atlante che gli negava l'hospitio. Indi ritornando verso la
patria et volando per l'aria, vide nel lito di Soria vicino ai regni di Cepheo la don-
zella Andromeda legata ad un scoglio, per diffetto della madre et sententia d'Ammone,
per essere dal monstro marino divorata; a cui d'intorno nel lito stavano piangendo il
padre et i parenti. Di che egli ivi volato, et intesa la cagione di tanta crudeltà, fece
patto con i suoi che voleva la donzella per moglie se dalla bestia fiera la liberava; il che
fu fatto, conciosia che amazzò la fiera. Indi celebrandosi le nozze, Phineo fratello di
Cepheo, a cui dianzi la sentenza la donzella era stata promessa per sposa, venne a rido-
mandarla, et quasi volerla per forza come cosa sua; di che Perseo contra lui et i fau-
tori suoi si mosse, et molti ne amazzò; et alla fine, per spedirsene più tosto, converse
tutti gli altri col mostrargli il capo di Medusa in statue marmoree. Oltre ciò, cangiò
ancho in sasso Prito fratello di suo avo, il quale havea cacciato del reame Achrisio, et
restituì il reame all'avo. Oltre ciò si dice ch'egli guerreggiò contra Persi, nella qual guer-
ra amazzò il padre Libero che gli era contrario, et che ancho soggiogò tutto quel
paese, al quale dal nome suo diede il nome, dove edificò Persepoli città reale; la quale poi,
come scrive Quinto Curtio nei Fatti d'Alessandro, fu rovinata da Alessandro Macedoni-
co tutto pieno di vino et di Crapula. Cangiò ancho in sasso (secondo Lattantio) l'avo


pagina successiva »
 
p. 210v