BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Acrisio. Indi vogliono che insieme con Cepheo, Cassiopea et Andromeda sua moglie fos-
se assunto in cielo et tra le stelle di quello posto, sì come testimonia Anselmo dicendo: A
questa si congiunge Cepheo re, et Cassiopea moglie di lui, alla quale s'aggiunge Perseo fi-
gliuolo di Giove et Danae, che appresso di sé tiene la stella d'Andromeda.
Hora lascian-
do queste cose, è da venire alla spositione del figmento. Perseo guidato dal cavallo Pega-
so dimostra l'huomo guidato dal desiderio della fama. Nondimeno, altri vogliono ch'e-
gli nel passaggio havesse una nave la cui insegna overo nome fosse Pegaso. Lo scudo di
Pallade credo che si debba intendere per la prudenza, con la quale consideriamo i fatti
degl'inimici et noi stessi difendiamo dalle loro insidie et armi. I talari di Mercurio cre-
do che significhino la prestezza et la vigilanza in essequir le cose. Così la scimitarra dal-
la parte di dietro acuta dimostra che noi al tempo di guerra debbiamo far preda, et ri-
mover quelli dalle nostre occisioni. Di Gorgone et Atlante, a bastanza dove di loro si è
parlato se ne ha detto. Che poi liberasse Andromeda dalla fiera marina, istimo questo
esser historia, dicendo ancho nella Cosmographia Pomponio queste parole: Inanzi il di-
luvio (come dicono) fu edificato Ioppe, dove gli habitatori affermano che regnò Cepheo,
per quel segno che ancho tengono del titolo del nome di lai et del fratello da loro con-
servato con grandissima riverenza; et perché ancho della favola d'Andromeda conserva-
ta da Perseo et liberata dal monstro marino, la quale tanto è celebrata dai versi dei poeti,
si dimostrano l'ossa della fiera crudele, chiaro inditio della verità.
Questo dice egli. Oltre
ciò, Girolamo prete nel libro che compose delle Distanze di Luoghi dice: Ioppe castello ma-
ritimo di Palestina in Tribuda, dove fino al dì d'hoggi si mostrano i sassi nel lite dove fu
legata Andromeda, la quale si dice che fu liberata da Perseo suo marito.
Plinio poi, tra i
famosissimi scrittori huomo notabile, scrive in tal modo: Della bestia, alla quale si diceva
essere stata esposta Andromeda, furono portate a Roma l'ossa, le quali tra gli altri mira-
coli M. Scauro mostrò nella sua Edilità di lunghezza piedi quaranta, di altezza che
trappassavano le coste degli Elephanti d'India, et le spina di grossezza sei piedi.
Che
Perseo poi cangiasse Prito et i suoi nimici col capo di Gorgone in sassi, non istimo esser sta-
to altro eccetto che con le ricchezze di Gorgone gli fece star queti et por giù l'armi.
L'avo Acrisio poi (per Eusebio nel libro di Tempi) si ritrova in altra maniera esser sta-
to converso in sasso, percioché egli fu morto da lui a caso, et così con perpetua frigidezza
divenne simile ad un sasso. Che in cielo poi fatto stella dalla parte di Settentrione risplen-
da, istimo in ciò deversi seguire la openione di Tullio nelle Questioni Tusculane, il quale
di lui et degl'altri dice ne lo stellato Cepheo con la moglie, con la figliuola et col ge-
nero sarebbe nomato, se la divina cognitione delle cose celesti non havesse condotto il loro
nome all'errore della favola. Del tempo di quello poi si dubita, scrivendo Eusebio ch'egli
amazzò la Gorgone negli anni del mondo tremilasettecentoventinove. Nondimeno in
questo anno istesso (secondo altri), dice che fu insieme con la moglie assunto in cielo. Poscia,
poco da poi dice che nel secondo anno del re Cecrope, che fu nel tremilaottocentocinquan-
tasette, combattete contra i Persi con la morta Gorgone. Né molto da poi scrive che nell'anno
trentesimoquinto del re Cecrope Acrisio da lui fu morto, et il regno d'Argivi transportato


pagina successiva »
 
p. 211r