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Theages » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 221v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


sono isole che vomitano foco, et il loro nome favorisce alla fittione. Certamente sono chia-
mate Vulcane, ma non da Vulcano figlio di Giove, anzi da un certo Vulcano, il quale
nato in Emalio possedette quelle. Né solamente volsero ch'egli fosse il fabro dell'armi,
overo il foco delle cose giuocali, overo Vulcano; ma che prestasse materia alle conventioni
degl'huomini et al principio dei contratti, sì come pare che affermi Vitruvio nel libro
dell'Architettura, dicendo: Gl'huomini secondo l'antico costume nelle selve, nelle spelonche et
nei boschi nascevano, et usando agreste cibo menavano la lor vita in questo mezzo. In
un certo loco dalle tempeste et venti strepitosi i densi alberi incominciano crollarsi et tra
loro percuotere i rami, onde ne usciva fuoco; di che per la gran fiamma quelli ch'ivi habitavano
tutti smarriti se ne fuggirono. Poscia riposando alquanto, più vicino venendosi ad accostar
et considerando quello esser di grandissima commodità ai corpi, alla tepidezza del foco aggiun-
gendo legna et conservando quello, vi guidavano degl'altri, et con atti facendoli cenni gli mo-
stravano l'utilitadi che da lui trahevano. In quel concorso degl'huomini, che altrimenti c'ho-
ra non si fa mandavano fuori le voci dallo spirito, per la conversatione d'ogni giorno insieme
erano fermati per voler pure cavarne i vocaboli che fossero intesi. Indi più volte separando
le cose, nel costume a sorte tanto snodarono la lingua che incominciarono parlare; et così
tra loro procrearono le parole. Adunque per l'inventione del foco essendo nato appresso
gl'huomini il principio del consiglio et conversatione, et adunandosi molti in un luogo,
i quali prima sì come facevano gli altri animali andavano non dritti, ma chini et in quat-
tro, et considerando la magnificenza delle Stelle, et maneggiando facilmente con le ma-
ni et diti quello che volessero, incominciarono alhora altri farsi coperti di frondi, altri
cavar spelonche sotto i monti, alcuni imitando i nidi delle hirondini con fango et vir-
gulti edificar luoghi per stare al coperto.
Questo dice Vitruvio. Non havea il famoso
Vitruvio il Pentateuco, percioché d'intorno a questo principio havrebbe trovato Ada-
mo nomare un altro essere stato inventore del parlare et haver nomato il tutto. Et al-
trove havrebbe conosciuto che Caino edificò non solamente case, ma ancho cittade. Ma
di questo altrove. Perché poi i Ciclopi siano dati a Vulcano per aiuto, egli si è dichia-
rato parlando di loro. Questo fabro è chiamato Vulcano (come dice Servio), quasi Vo-
lante Candore. È poi detto Mulcibero (come narra Alberigo), che quasi renda piacevole
la pioggia; attento che andando le nubi in alto, per lo calore si risolveno in pioggie. Ma
io tengo che sia detto Mulcibero perché mollisca il rame et gli altri Metalli.
Erittonio figliuolo
di Vulcano, che generò Pocri,
Orithia et Pandione.
Erittonio, chiamato da Homero Criteo, fu figliuolo di Vulcano et
Minerva; della cui creatione dagli antichi si recita favola tale. Che
Vulcano havendo fabricato i folgori a Giove che guerreggiava con-
tra i Giganti, richiese a lui per premio che gli fosse concesso congiun-


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