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Biblia, Prv » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 223v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


lui per una fenestra del palagio, et starsene seco; dove poi vi fu fatta una porta, che
da quella fenestra fu chiamata fenestrale. L'intento di questa favola si piglierà dalla
historia di Tito Livio puntalmente narrata, la quale io con poche parole spiegherò. Di-
co che da Tarquino Prisco re de' Romani pigliato Corniculano, tra l'altre prigionere
una certa giovanetta di nobile aspetto fu da lui condotta nel suo palazzo reale; la quale
essendo pregna partorì Tullio Servilio. Sopra la testa del quale, ancho fanciullo et che
dormiva in culla, fu visto da alto scendere una fiamma di foco, et sopra quella fermarsi
senza punto offenderlo; il che veduto da Tanaquile reina, et ammaestrata negli auguri,
persuase al marito che quel fanciullo si dovesse nodrire con gran cura, percioché egli ha-
vea ad essere di gran commodità alla sua famiglia. Di che allevato et divenuto valoro-
so giovane, tolse per moglie una figliuola di Tarquino. Onde essendo Tarquino stato fe-
rito dai figliuoli d'Anco Martio, et per quella ferita morto, dalla reina il corpo di quel-
lo fu segretamente serbato, fino attanto che per commandamento suo Tullio occupò il
palazzo reale, essendo ancho piccioli i figliuoli di Tarquino. Là onde, presa la signo-
ria et scoperta la morte del re, Servio fu creato re et successore; il quale dalla moglie
havendo già havuto due figliuole, diede quelle per spose ai figliuoli di Tarquino Prisco.
Egli poi havendo fatto molte cose utili per Romani, da Tarquino Superbo suo genero,
instigato dalla moglie sua figliuola, fu morto, dopo l'haver regnato anni quarantaquat-
tro. Quella fiamma adunque fu cagione che si fingesse ch'ei fosse figlio di Vulcano, il
che dimostra Ovidio dicendo:
Segni ne mostrò il padre; alhora quando
Con la fiamma di foco risplendente

S'andò sopra del capo raggirando.


Che fosse poi dalla fortuna amato, i successi ne fecero fede. Plinio nel libro degli Huomi-
ni Illustri
dice che costui fu figlio di Publio Cornicolano et di Ocreatia captiva.
Le due Tullie figli-
uole di Tullio Servilio.
Le due Tullie (auttore Tito Livio), furono figliuole di Tullio
Servilio, et mogli di Arrunco et Lucio figliuoli di Tarquinio Pri-
sco. La maggior Tullia, d'animo severo, insopportabile, et ad ogni
scelerità inchinata, toccò ad Arrunco, benignissimo giovane. La mino-
re, ch'era quieta et benigna, fu data a Lucio, giovane inquieto, mali-
gno et d'animo ambitioso. La maggior Tullia era infiammata di
disio di regnare, et sempre con risse et oltraggi crucciava il quieto marito, et bia-
simava la sua disgratia che non l'haveva fatta sposa di Lucio. Finalmente avenne che
Arrunco et la minor Tullia morirono; là onde subito la maggiore s'accordò con
Lucio, et contra il consenso di Servilio, che quasi a forza acconsentì, si tolsero per
sposi. Onde la scelerata donna incominciò instigare con parole l'animo del marito,


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