BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Homerus - luogo non identificato » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 226r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


tato ove già non vorrei. Così non havendo già intieramente annoverata la prole del ter-
zo Giove, di novo, Inclito Re, restai sospeso come s'io fossi giunto a certo termine. Ma
divenuto già, tua mercé, gagliardo, per fornir l'avanzo del mio viaggio spiego le vele del-
la mia navicella al vento, pregando, secondo la consueta usanza, colui che di niente con
facilità compose tutte le cose che mi sia propitio, et mi conduca al fine di questa fatica.
Hercole, trentesimot-
tavo figliuolo di Giove, che generò dicisette figliuoli, cioè Osia,
Creontiade, Tiriomaco, Diicoonte, Ithoneo, Cromi, Agile,
Ilo, Sardo, Cirno, Diodoro, Ilipolemo, Thessalo, Aventino,
Thelepho, Lido et Lamiro.
Hercole, come scrive Plauto nell'Amphitrione, fu figliuolo di Giove
et Alcmena, la quale, come vogliono alcuni, con tal patto si maritò
in Amphitrione, che fosse obligato far vendetta della morte di suo
fratello amazzatole dai Teleboi. Nella quale impresa (dice l'istes-
so Plauto) ritrovandosi Amphitrione, Giove inamoratosi d'Alcmena
prese la forma d'Amphitrione, et come se venisse dal campo una
mattina nell'alba andò a ritrovar quella, la quale credendolo il marito giacque seco. Onde
si impregnò, benché ancho fosse pregna di Amphitrione. Ma dicono che non una sola not-
te bastò alla generatione di tal parto, anzi che per ispatio di tre continue giunte in una
all'adultero Giove fu conceduto il tempo de stare in diletto. Il che è scritto da' Lucano:
Mentre d'Alcmena il gran rettor del cielo
Lieto godeva in Thebe, comandato

Haveva che tre notte in una fosse.


Così Alcmena al tempo suo partorì due figliuoli, cioè del marito Amphitrione Iphicleo
et di Giove Hercole. Oltre ciò, Homero recita una altra favola che appartiene alla na-
tività di costui, la quale lasciaremo, per essere stata narrata dove si è parlato di Euristeo
figliuolo di Steleno. Gli antichi inalzano costui con maravigliose lodi, et in quanto alla
statura del corpo il fanno grandissimo, di maniera che non vogliono che alcuno l'avan-
zasse di grandezza, la quale dicono che fu di sette piedi; il che pare che Solino affer-
mi dove dice: Molti diffiniscono nessuno non poter passare la lunghezza di sette piedi,
tra la quale fu Hercole.
Et volendo egli haver sopportato l'odio della madrigna Giunone
et fatto servitù al re Euristeo, confermano che di fortezza di corpo et d'ingegno trapassò
tutti gli altri. Le cui singolari et gloriose fatiche quasi tutti vogliono che fossero par-
tite in dodici, benché io ne ritrovi trent'una, come che non equali. Primieramente, es-
sendo costui fanciullino et in culla insieme col fratello, da Giunone che con odio il per-
seguitava (dormendo i padri) gli furono mandati due Serpenti per divorarlo, i quali


pagina successiva »
 
p. 226r