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Ovidius Naso, Publius - Tristia » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 228v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


adorato et osservato. Ma hora è tempo da scoprire le fittioni; et prima è da vedere
quello che suoni il nome d'Hercole. Diceva Leontio Hercole haver havuto il nome da
Hera, che è la terra, et Cleos che è gloria; et così Hercole è l'istesso che glorioso in Ter-
ra. Overo da Heros et Cleos; et così si dirà glorioso Heroe. Ma Paolo voleva Hercole
essere detto da Erix che significa Lite et Cleos gloria, et così verrebbe a chiamarsi glo-
rioso delle Liti. Ma Rabano nel libro dell'Origine delle Cose dice che, credendo quegli an-
tichi Hercole esser il Dio della virtù, istima egli così essere chiamato quasi Heruncleos,
che latinamente diciamo fama d'huomini forti. Et scrive che Sesto Pompeo narra Her-
cole essere stato agricoltore. Nondimeno i Greci chiamano costui Hiracli; là onde noi gli
dovremmo chiamare Heracli, et non Hercoli. Ma chiamandosi così per l'invecchiata
usanza, dai Latini pare che il vitio sia iscusato. Tuttavia, questo nome d'Hercole istimo
essere stato d'un huomo solo, cioè di quello che a Thebe nacque d'Alcmena; tenendosi
che sia stato appellativo di molti. Percioché Varrone havendo annoverato quarantatre
huomini chiamati Hercoli, dice che tutti quelli che si diportarono valorosamente furono
nomati Hercoli. Di qui adunque aviene che leggiamo Hercole Tirintheo, Argivo, The-
bano, Libico, et altri simili. Là onde si viene a comprendere che tutte le prescritte fati-
che non furono d'un solo, ma di più; le quali, perché la confusione dei nomi le ha mischia-
te insieme, non si sa a cui propriamente si debbano ascrivere, né meno si sa quale fosse
fatta pria et quale poscia. Per la qual cosa confusamente si danno ad un solo Hercole.
Né è cosa impossibile, secondo Pompeo, che uno ne fosse agricoltore, percioché non so-
lo ai nobili la natura è liberale, benché i corpi dei nobili la fortuna faccia più famo-
si. La diversità dei costumi et dell'opere diede inventione che prima Iphicleo, et poi
Hercole d'altro coito fosse generato, attento che essendo Iphicleo huomo rimesso, fu at-
tribuito ad Amphitrione; et però fu detto prima essere stato generato perché agli
Astrologhi parve che alhora era, quando si imaginarono che potesse essere generato,
essere convenevole ai suoi costumi; et così conseguentemente quella d'Hercole. Et di
qui hanno fatto che fusse generato poi. Et perché era vendicatore delle ingiurie, et in-
troduttore delle leggi et religioni, fu dato per figliuolo a Giove. Ma io tengo che fosse
figliuolo d'Amphitrione et generato in un medesimo congiungimento con Iphicleo, co-
me che la acutezza dei Mathematici non possa vedere altra ragione perché fossero ge-
mini et di costumi differenti, eccetto le diversità delle costellationi. Così Giacob et
Esau; così ancho molti altri al tempo nostro sono stati gemelli, et non concetti in di-
versi tempi ma in un medesimo coito, come tiene Agostino nel libro della Città d'Iddio;
et nondimeno essa ragione d'operationi diverse non ancho è assai chiara se non al so-
lo Iddio, benché si potrebbono dire molte cose che forse parrebbono conformi alla ve-
rità. La Triplice notte attribuita alla concettione di costui, penso essere stata compre-
sa dalle opere humane, percioché non in così breve tempo si finiscono i grandi edifici
come si farrebbono le picciole stanze dei poveri; et però come se quasi ancho la natu-
ra d'intorno la produttione dei grandi huomini mettesse più tempo et maggiore fati-
ca, dove nella creatione degli altri huomini pare che una sola notte basti, ad Hercole,


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