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Caporali, Cesare - La corte » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 241v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


to afferma l'ariete essere stato chiamato il bailo per lo quale furono liberati dagli
aguaiti della madrigna. Ma che fu adunque quello che da Phriso fu consacrato alli
dei overo a Marte, se il montone fu la nave, overo Ariete il bailo? Di che tengo per ve-
ro, o simile al vero, quello che dice Barlaam; et che dalla madre a lui fosse apparec-
chiato il montone si può intendere in tal modo. Habbiamo detto di sopra ch'ella non
morì, ma se n'andò nelle selve; onde come consapevole d'un qualche tesoro nascosto puo-
tè rivelarlo al figliuolo, et così apparecchiarli un monton d'oro. Il montone poi fu con-
sacrato a Marte, affine che comprendiamo i re consecrare i tesori, et serbar quelli per
potersene servire nelle guerre secondo i bisogni. Oltre ciò, scrive Eusebio che ciò secon-
do alcuni fu al tempo che Eritteo regnava in Athene et Abante in Argo; il che fu ne-
gli anni del mondo tremilaottocento et venti. Secondo altri poi regnando Prito in
Argo; che fu negli anni tremilaottocentoquarantatre.
Citoro figliuolo
di Phriso.
Citoro fu figliuolo di Phriso, sì come nella Cosmographia te-
stimonia Pomponio. Dice tra l'altre cose appresso il fiume Parte-
nio esservi la città dei Cirtosi, edificata da Cirtoro figliuolo di
Phriso. Questi con gli altri figliuoli di Phriso (come dice Lattan-
tio), morto Phriso entrò in mare per fuggire dall'avo Atamante, ma
travagliato da fortuna di mare fu raccolto da Esone padre di Gia-
sone. Ma i nomi dei fratelli non si sanno.
Learco et Melicerte,
figliuoli d'Athamante.
Learco et Melicerte furono figliuoli d'Athamante et Ino fi-
gliuola di Cadmo, sì come è stato detto di sopra. Questi, nondimeno,
morirono piccioli, percioché Learco dal padre fu percosso in un sas-
so, et Melicerte insieme con la madre Ino che si gittò in mare si
annegò. Nondimeno, dicono che Venere havendo di loro compassio-
ne pregò Nettuno che li facesse del numero dei suoi dei del mare;
il che fu fatto, et però Ino fu chiamata Leucotoe da quella rupe dove ella si gittò, che in
latino si direbbe Amatuta, et Melicerte fu detto Palemone, che in latino suona Portu-
no, et con tempi, altari et sacrifici lungo tempo furono adorati. Ma Servio dice che
Melicerte con un navilio andò in Ithismo et fu raccolto dal Re Ethiope, onde i sacri-
fici Ithismi che si facevano in honore di Nettunno furono fatti Melicerti. Et di qui
nacque che da Nettunno furono fatti dei. Theodontio vi aggiunge la cagione, di-


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