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Hermes Trismegistus - Asclepius » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 20v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


amazzava. La ragione poi che venga detta figliuola dell'Herebo et della Notte, in l'istessa
detta di sopra dell'Inganno.
Ostinatione, otta-
va figliuola dell'Herebo.
La Pertinatia o vogliamo Ostinatione, mortalissimo pec-
cato, secondo Tullio è figliuola dell'Herebo et della Notte; né la ca-
gione si vede difficile. Percioché ogni fiata che l'indigesto rigore del-
l'ignoranza de' mortali, con valide ragioni et con calore di fervor
divino, non può essere rimosso da quella falsa oscura nebbia
che gl'ingombra l'intelletto, è di necessità che l'ostinatione vi nasca,
anzi già è nato il certissimo argomento dell'ignoranza. Adunque bene habbiamo dimo-
strato l'Ostinatione essere figliuola dell'Herebo, da noi spesse volte chiamato freddo, et del-
la Notte, spesse volte fatta conoscere per nebbia della mente.
Povertà, nona
figliuola dell'Herebo.
Egesta, figliuola dell'Herebo et della Notte, non è quella che
molti istimano, cioè mancamento delle cose opportune. Perché questa gli
huomini forti la superarono con la tolleranza, come nelle arena di Li-
bia Catone; ma quella più tosto alla quale gli abondevoli guidati da fal-
sa openione si sottometteno, come fece il guardiano dell'oro Mida Re
di Phrigia; il quale mentre tutte quelle cose ch'egli toccava, secondo la
sua dimanda, diventavano oro, si moriva di fame. Questa adunque è vera povertà et biso-
gno; et figliuola dell'Herebo, cioè d'un raffreddato et da poco cuore, et ancho della
Notte, cioè di cieco consiglio, ch'istima essere cosa bonissima l'accrescere ricchezze affine
che manchiamo del loro uso.
Miseria, decima
figliuola dell'Herebo.
Piace ancho a Tullio la Miseria essere stata figlia dell'Herebo et
della Notte. Questa veramente è così estrema disgratia che può mo-
vere a misericordia i riguardanti. Il che noi stessi a noi medesimi fac-
ciamo mentre, sp<r>ezzato il lume della verità, sospiriamo le cose c'han-
no a mancare et ad ogni via transitorie non altramente che se fosse-
ro perpetue, et perdessimo l'eterne. Et così il petto afflitto dall'oscu-
rato giudicio della mente con sospiri et con lagrime manda fuori in publico la miseria;
accioché possa indi esser detta figlia dell'Herebo et della Notte.


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