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Biblia, Mt » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 21r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Fame, undecima
figliuola dell'Herebo.
Dice Paolo essere piacciuto a Crisippo la Fame essere stata figliuola
dell'Herebo et della Notte. Questa è overo publica, come già fu mo-
strata a Pharaone, o privata, come a Crisitone. La publica fu solita
avenire dall'universale caristia di biade, della qual cosa o l'ira divina
n'è cagione, overo la lunga guerra, o la contraria dispositione dei sopra
celesti corpi, o i vermi che sotterra radeno i semi, o le locuste che già
divorano i seminati che nascono. Delle quali la prima cagione da nessuno de' mortali non
può essere conosciuta, et così potrassi dire figlia dell'Herebo et della Notte; ma non del-
l'Herebo che sta nascosto nelle viscere della Terra o che fa ressidenza negl'infermi petti de'
mortali, anzi nel profondo segreto della divina mente santissima et vigilante. Il quale l'in-
telletto degli huomini offuscato da mortal nebbia non può riguardare né ancho contempla-
re la notte della divina mente, nella cui giamai non fu nessuna oscurità, ma col suo lume
rende sempre il tutto chiaro; ma più tosto gli errori della fragilità nostra. L'altre spetie
di questa cagione affermano i Mathematici con l'arti loro potersi prevedere. Se adunque
è tale questa Fame, non può essere figliuola dell'Herebo né della Notte. Se poi così non è, al-
hora, sì come habbiamo detto d'Iddio, non si potendo vedere quello ch'è riposto nell'antro
segreto di natura, si lascierà che questa Fame per la già detta ragione sia figliuola del-
l'Herebo et della Notte. Ma la fame privata aviene, come per lo più, o per caristia di ci-
bi, overo alle volte dalla noia de' stomacosi. Se per caristia, o per pigritia, o per dapochag-
gine del sopportante, o per diffetto di povertà occorre. Se per dapochaggine o pigritia, sì
come alle fiate veggiamo alcuni più tosto dar opra alle lascivie et all'otio che haver cura
delle cose famigliare, questa veramente è figliuola dell'Herebo et della Notte, in quella
guisa che sono gli altri suoi sopradetti fratelli. Se per colpa di bisogno, mentre che per in-
temperanza non sia povero chi la patisce, non penso che né ancho questa sia figliuola del-
l'Herebo et della Notte, eccetto s'io non la volessi dir tale, perché deriva dallo stomaco del
famelico. Se poi la fame è per la noia di cibi, come alle volte habbiamo veduto essere ave-
nuto ad alcuni insipidi, et da consueto vitio troppo schifi et svogliati, i quali se non hanno
le vivande elette et i saporeti con diligenza composti, overo che non gli siano messi inanzi
cibi da Re et pretiosi vini, di maniera sprezzano i communi et gli rifiutano che più tosto
si lasciarebbono morir di fame che mangiarne, non è dubbio alcuno che questa non sia nata
dall'Herebo et dalla Notte. La stanza adunque di costei et la forma così descrive Ovidio:
Trovò la Fame in un sassoso campo
Ricercata da lui; la qual con l'ugne,
Et denti rari fuor cavava l'herbe;
Haveva torto il crine, et gli occhi cavi;
Pallida in viso, et con le labbia in entro;
Di ruginezza have le fauci roze;
Dura la pelle; et per la cui guardare
L'interiora a lei potesse ogn'uno;
Et sotto i torti lumbi l'ossa secche
Stavan riposte, et del suo ventre il loco
Era invece di ventre; onde istimato
Havresti, ch'il suo petto giù pendesse,


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