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Seneca, Lucius Annaeus - Medea » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 269v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


suoi thesori. Vedete adunque, essaminate, et con giusta misura contrapesate i detti dei poe-
ti; et quelle cose che men santamente sono scritte lasciate, et quelle che sono ben dette
non biasimate, istimando quasi subito per li vostri gridi contra i poeti esser tenuti dall'
ignorante popolo Agostini o Girolami. Percioché questi, che non meno furono santi che
giusti et prudenti, mai non fecero impeto contra la poetica né l'arteficio dei poeti, ma con-
tra gli errori della gentilità da loro recitati, i quali sempre con intrepida voce hanno an-
cho biasimato al conspetto degli inimici della catolica verità et che calcitravano. Ma
continuamente hanno riguardato et considerato i loro scritti composti con tanta arte di
parole, per tanta dolcezza soavi, con tanta gravità di sentenze ornati, et con tanta an-
cho politezza limati, che pare essere cosa necessaria da quelli cavare quanto ornamen-
to di latinità fa bisogno. Et per non procedere in più lungo parlare (come dice Cicero-
ne per Archia), questi studi fanno la gioventù, dilettano la vecchiezza, ornano le cose
prospere, alle contrarie porgono rifugio et solazzo. Dilettano a casa, non impediscono
fuori; stanno le notti con noi, peregrinano et rusticheggiano con noi; i quali se noi non
potessimo né toccare né col senso nostro gustare, alhora deveressimo ancho riguardarli
veggendoli in altri.
Onde essendo da non sprezzare né rifiutare la poesia, anzi da hono-
rare insieme con i poeti, se sete saggi, assai si ha parlato. Ma se perseverate ostinatamen-
te in tal rabie, benché di voi haggia compassione, essendo voi da sprezzare nessuna co-
sa a bastanza si potrebbe scrivere.
Il fine del quartodecimo libro.


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