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Biblia, Act » Livius, Titus - Ab Urbe condita » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. [302r]

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano



Al molto Magnifico
et molto virtuoso Signor
Conte Giovan Battista
Bebbio Reggiano.
Il Betussi.


Acciochè, Nobilissimo Signor Gio. Batista mio, il mon-
do conosca ch'io mi chiamo vinto dalle molte virtù vostre, et ab-
battuto dall'infinita amorevolezza che quello mi mostra, eccovi la
fede di mia mano, la quale a chi degnerà leggere questa poca scrittu-
ra sarà come per arra del molto valor vostro et del poco merito
mio. Ma non voglio già che con tal mezzo V. S. si creda ch'io mi
tenga havere sodisfatto al debito ch'io mi trovo con esso lei di due sue molto pregia-
te et rare lettere, da me tra le mie più care cose serbate, benché prima a molti sia
stato constretto farne parte; tra quali, per non dir tutti, assai ne ho visto al dolce suo-
no degli amorosi lamenti suoi piangere di dolcezza. Anzi quella stia secura che,
quanto le rime mie potranno mai giunger alto, che se punto elle v'andranno sarà
mercé di così raro et lodato soggetto; io farò volare il grido del compassionevole
suo amore, il quale non è dubbio veruno che non percuota così il petto della amata gio-
vane come ancho flagella il cuore di V. S. Perché essendo stati gli ardori vostri
eguali et le voglie conformi, è di necessità che, se bene la bella spoglia di lei è stata
(sforzatamente forse) donata ad altro possessore, che l'animo e 'l core non possa esse-
re andato in poter altrui. Et chi sa ch'ella più di voi non si ramarichi et doglia. Il
che di ragione deve essere, percioché essendo le donne et maggiormente le tenere don-
zelle di cuore delicato et pietoso, ricevuti che hanno in sé le fiamme amorose, con
più doglia et maggior ardore quelle nei nobili petti loro sopportano et celano
che non fanno gli huomini; i quali qua et là sfogando i suoi incendi, et con questo
et con quello amico communicando le sue passioni, spesse fiate rendono lievi le gra-
vi passioni, almeno trovano qualche breve conforto ai lunghi martiri. Però, Signor
mio, date loco ai sospiri, et consolandovi da voi stesso siate securo che egli è falsa
l'openione di quel Poeta che vuole che novo successore vinca ogni antico amore.
Ma di questo un'altra volta, et in altro stile aspetto darvi lunga materia da leggere.
Intanto V. S. serbe me nella gratia sua, in quella maniera che me le ho donato,
havendomi per iscusato se con quella prestezza c'havrei dovuto et devrei non ho
ubbidito né ubbidisco al di lei desiderio; perché in vero l'alterezza, né la riputatio-
ne che mai dal lato mio in me non hebbero loco, non fanno ch'indugi tanto ma tra-


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