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Biblia, Ecl » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 29v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


gliuola al primo Giove, attento che più a lei parmi convenirsi per lo tempo che
a nessun altro.
Apis Re d'Argivi,
secondo figliuolo del primo Giove.
Eusebio nel libro dei Tempi dice che Apis, il quale fu poi Re d'
Argivi, fu figliuolo di Giove et di Niobe figliuola di Phoroneo; con
il cui l'istesso Eusebio scrive Giove prima che con nessun altro esser-
si congiunto. Et così fu il primo Giove, attento che per la distanza
del tempo molto più inferiori siano gli altri. Ma Leontio disse costui
essere stato figliuolo di Phoroneo et di Niobe, sorella et moglie
sua, et a lui essere successo herede nel reame di Sicioni; ma poi dagli Egittii essere sta-
to fatto Iddio et figliuolo di Giove. Di questo Api si narrano molte cose; percioché, co-
me rifferiscono alcuni, havendo alquanto tempo signoreggiato dopo la morte di Phoro-
neo agli Argivi, per disio di gloria et ingordigia di maggior reame passò in Egitto; et
ottenuto quel regno, poscia che hebbe insegnato molte cose a quegli huomini rozi fu in-
cominciato ad essere tenuto per Dio, havendo già tolto l'Iside per moglie. Ma Eusebio
scrive ch'egli fu Re di Sicini, et dove da quello egli è stato detto. Del tempo suo poi,
diversa è l'openione dei scrittori degli annali. Perché alcuni dicono al tempo d'Abraam
la Grecia da lui essere stata detta Apia; altri poi vogliono che, già nato Giacob, appres-
so gli Egittii essere stato tenuto Iddio. Ma Beda in quel libro ch'egli scrisse dei Tempi
dice nel tempo di Giacob da Api essere stata edificata Memphi. Oltre di ciò, Eusebio par-
la secondo altri egli essere stato Re degli Argivi et haver regnato cento anni do-
po Giacob, et ivi dice che, havendo Api creato governatore dell'Acaia Egialeo Re
et suo fratello, se n'andò in Egitto, et edificò la città di Memphi. Ch'egli poi se n'an-
dasse in Egitto et togliese per moglie l'Iside, a bastanza da tutti è creduto. Ma sì co-
me del suo tempo si dubita, così ancho della sua morte si dicono diverse cose. Perché al-
cuni vogliono lui essere morto appresso gli Egittii et sepolto; del quale nel libro della Cit-
tà d'Iddio
così dice Agostino: Il Re d'Argivi Apis, essendo navigato in Egitto et ivi
morto, fu creato Serapis, tra tutti gli altri Dei degli Egittii maggiore.
Del nome suo
poi, perché dopo morte fosse detto più tosto Serapis che Apis, Varrone ne renda faci-
lissima ragione. Perché l'arca nella quale si mette il morto, chiamata da tutti sepoltura,
in greco si dice Soron; et ivi haveano incominciato honorare il sepolto, pria che gli fos-
se il tempio edificato. Onde Soron et Apis, prima Sorapis; indi cangiata una lettera
come si suol fare, fu poi detto Serapis. Altri poi dissero lui essere stato morto dal fra-
tello Tipheo et a brano a brano stracciato, et lungamente cercato dalla moglie Iside,
et ultimamente trovato, et le sue membra raccolte in un panieri; onde poi fu rivol-
to in religione, nei sacrifici cioè nei februi intravenirgli il cesto. Ma la Iside poi


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