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Biblia, Mt » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 36r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Prito figliuolo d'Aban-
te, che generò Mera et le sorelle.
Prito, overo Proeto, come piace a Lattantio et Servio, fu figliuo-
lo d'Abante Re d'Argivi. Di costui come affermano quasi tutti fu mo-
glie Sthenoboe, ma Homero dice Antiope, dalla quale hebbe tre figli-
uole; le quali già cresciute in età et essendo bellissime, entrando nel
tempio di Giunone di maniera si levarono in superbia che volevano
precedere a lei. Di che Giunone turbata, sopra loro mandò tal furia
che s'istimarono esser vacche, et incominciarono a temer gli aratri nascondendosi nelle
selve, sì come dice Virgilio:
Con mughi falsi di Preto le figlie
Empiro i campi, le campagne, e i colli.

Ma Ovidio rifferisce altra cagione di tal pazzia, dicendo ch'elle nell'isola Cea si tennero
esser vacche percioché consentirono al furto che fu fatto degli armenti d'Hercole. Ma
avenisse per ciò che si volesse, malamente Proeto sopportò tal sventura. Onde promise par-
te del suo reame, et quale più gli piacesse di sue figliuole in moglie, a colui che le liberas-
se da tal disgratia et le tornasse nella primiera forma. Di che Melampo figliuolo d'
Amithaone guidato dal disio del premio le tolse a curare, et come dice Vetruvio nel li-
bro dell'Architettura le menò a Clitore città d'Arcadia; percioché ivi vicino è una spe-
lonca dalla quale nasce un'acqua che chi di quella gusta si fa smemorato. Et per ciò ap-
presso quella è un Epigrama scolpito in una pietra in versi greci che dinota quell'acqua
non essere buona a lavare, et alle viti inimica. Ivi adunque fatti i dovuti sacrifici, le pur-
gò et le ritornò nel primiero stato; et così hebbe una parte del regno, et una di loro per
moglie. Proeto poi, secondo Eusebio, regnò dicisette anni, et a lui successe Acrisio suo fra-
tello. Ma io istimo, se bene riguardo la medicina di questo Melampo, le figliuole di tal
Proeto essere state più avide che non si convenga a donne del vino, et che havendo mol-
to bene bevuto, ardissero spesse volte preferirsi al padre Re; per la qual cosa meritarono
l'ira di Giunone, cioè del padre regnante, onde instigando il vino in contraria parte la
castità, feminilmente rivolte in furore gridavano si essere divenute giuvenche, serve et
suddite al giogo. Il che essendo loro avenuto più volte, Proeto turbato per la disgratia le
diede a guarire a Melampo; il quale facendole gustare l'acqua predetta le fece divenire
inimiche del vino, et il solito furore partissi da loro.
Merane figliuola di Proeto.
Merane secondo Leontio fu figlia di Proeto et d'Anthia fi-
gliuola d'Amphianasta; la quale essendo inchinata alle caccie et per
li boschi seguendo Diana, fu veduta da Giove et da lui amata, là on-
de pigliata la sembianza di Diana seco hebbe a fare. Di che la
giovane per vergogna del commesso peccato, et temendo di novo
non essere ingannata, non volse più ubbidire né venire a Diana


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