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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 43r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


nò, dai quali subito nacquero huomini armati che tra sé stessi incominciaro amazzarsi;
né prima s'acquetarono che cinque soli restassero vivi. I quali tra loro fatta pace si con-
giunsero con Cadmo, et l'aiutarono a fornir la città. Ma Palefatto scrive appresso ch'
egli hebbe una donna chiamata Spinga per moglie, la quale per gelosia d'Herminiona si
partì da lui, et mosse guerra contra i seguaci di Cadmo. Sono appresso di quelli che vo-
gliono lui stando appresso il fonte Hippocrene tutto pensoso haver ritrovato sedeci carat-
teri di lettere, le quali poi da tutta la Grecia furono usate. Così Plinio nel libro dell'Histo-
ria Naturale
dice lui appresso Thebe essere stato l'inventore dei lapidarii, et della mistu-
ra dell'oro et dei metalli; come che Theophrasto voglia ch'egli facesse queste cose ap-
presso i Phenici. Ma molto dopo l'allegato tempo; percioché quello che di sopra è scrit-
to di lui fu circa gli anni del mondo MDCCCCXXXVIII. Indi Ovidio dice che di
lui fu moglie Sermiona, figlia di Marte et di Venere; dalla quale si ha ch'egli generasse
quatro figliuole, et che ad Hermiona fosse donato da Vulcano un monile mortale. Do-
po questo, essendo occorso molte disgratie ai nipoti et sue figliuole, egli già vecchio da
Amphione et Zetho cacciato del reame se n'andò in Schiavonia, dove insieme con la
moglie Hermiona amendue furono trasmutati in serpenti. Questa favolosa historia
ha in sé alcune cose congiunte, delle quali ci resta vederne il senso. Il serpente adunque
consacrato a Marte io intendo che sia l'huomo vecchio et prudente, già armigero et
bellicoso con sue parole, et tardare, ritenere i compagni di Cadmo; per lo cui consiglio, il
quale istimo io che siano i denti, tra gli habitanti fu seminata discordia. I quali persuaduti
da Spinga contra lui si mossero; onde in un subito, tolte l'armi in mano, tra sé stessi ven-
nero a battaglia. I cui prencipi (tagliati a pezzi i popolari) vennero in concordia con
Cadmo, et di habitatori et stranieri fecero tutto un popolo. Che poi egli essule insieme
con la moglie divenisse serpe, dimostra quelli esser fatti vecchi. Perché i vecchi a guisa di
serpenti sono prudenti, et per l'esperienza delle cose aveduti, et per l'età pieni d'anni.
Et se bene l'età gli caccia et gli aiuti gli mancano, tuttavia secondo il costume de' serpenti
vanno col petto in fuori. Ma del tempo del regno di costui furono ancho discordanti gli
antichi. Perché Eusebio nel libro dei Tempi dice che l'anno ottavo della signoria d'Abante
re d'Argivi, che fu negli anni del mondo MDCCCXXXVII, Cadmo fu cacciato dal
regno da Amphione et Zetho; né molto dopo dice che (regnando Acrisio in Argo) Cad-
mo regnò a Thebe, essendo Acrisio succeduto ad Abante. Il che nondimeno puotè essere
circa gli anni del mondo MDCCCLXXV; al qual tempo si conviene quello che dopo
l'istesso Eusebio scrive, cioè che regnando Acrisio succedessero quelle cose che si nar-
rano dei Spartani. I quali (dice Palefatto) che, essendo di paesi circonvicini, subito si fer-
marono contra Cadmo; onde per li subiti movimenti loro, come se fossero usciti dalla ter-
ra, et perché erano abondati da ogni parte, furono chiamati Spartani. Ma nondimeno
ciò malamente si conviene al tempo nel quale habbiamo detto di sopra
Europa essere stata rapita. Quelli ne trovino la verità a'
quali di ciò è più cura, perché io non ne ho
potuto trovar altro.


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