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Vergilius Maro, Publius - Georgica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 47v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


seminar la terra, perché i leoni (come dice Solino nel libro delle Cose Maravigliose) so-
no avezzi, se fanno il loro viaggio, solamente per la polve con la loro coda guastare le
vestigia de' suoi piedi, accioché i cacciatori da quelle orme non possano haver inditio
del suo camino. Il che fanno ancho gli agricoltori del terreno, i quali, gittato c'hanno in
terra i semi, subito cuoprono i solchi, affine che gli uccelli non mangiano le sementi.
Oltre di ciò, essendo l'ossa dei leoni tra tutte l'altre ossa d'animali dure, volsero intende-
re essere bisogno le membra de' coltivatori essere più robuste di quelli degli altri, ove-
ro più tosto si dimostri quelli che noi chiamiamo Re dei quadrupedi sudditi al giogo
di Opi, i prencipi del mondo che sono sottoposti alle leggi della Terra. Le sedie poi vuo-
te d'intorno a lei istimo che non vogliono inferir altro, eccetto che dimostrare non so-
lamente le case, ma ancho le città, che sono stanze degli habitanti, rimangono vacue
molte volte o per guerra o per peste, overo che nella superficie della Terra molte sedie
siano vuote, cioè molti luoghi dishabitati; overo ch'essa Terra sempre tenga molte se-
die vuote per quelli c'hanno a nascere. Overo per dimostrare che quelli a' quali s'appar-
tiene il lavorìo della terra, né dico solamente degli agricoltori, ma ancho dei prencipi,
che sono governatori delle città et reami, non debbono darsi in preda all'otio né alla
da poco quiete, anzi continuamente star aveduti et avertire, conciosia che sempre van-
no in ruina quelle cose che mancano dell'essercitio di questi tali. Oltre di ciò gli assigna-
rono huomini armati che d'intorno le fanno la guardia, volendo per ciò dinotare cia-
scuno de' mortali per la patria dover esporsi alla guerra, et per la salute di quella pren-
der l'armi. Haver poi i Sacerdoti galli, dicono ciò essere avenuto che, questa madre dei dei
havendo grandemente amato un fanciullo Ati, et trovatolo giacere con una concubi-
na, per gelosia gli tagliò le parti genitali; per la qual cosa vogliono a lei convenirsi si-
mili sacerdoti, per contrario senso Galli chiamati. Ma vuole Macrobio, nel libro dei
Saturnali, per l'amato Ati doversi intendere il Sole, il quale in ogni anno mostra ringio-
vinire, et di maniera dalla Terra è amato, che (in sé raccolta ogni influenza) partori-
sca l'herbe et i fiori, che noi veggiamo. Che poi ella lo castrasse, credo ciò essere finto
perché ad un certo tempo dell'anno i raggi del Sole paiono essere sterili, et spetialmen-
te d'intorno l'auttunno et il verno, nelle quai stagioni pare nessuna cosa da loro non es-
sere generata. Overo (sì come dice Porphirio) Athi è un fiore dalla terra amato, come pro-
prio ornamento suo, il quale alhora dalla terra è castrato quando, succedendo il frut-
to, il fiore cade; overo se cade pria del frutto, non è poi più atto al frutto. Che questi sa-
cerdoti portino i Timpani et altri instrumenti di rame, vogliono che per tali timpani,
i quali sono vasi semispherici, et sempre a due a due sono portati, doversi intendere due
hemisperi della Terra; in tutti due a' quali (come alcuni si sono imaginati), l'opra della Ter-
ra si dimostra. Per quelli di rame vogliono che s'intenda gli stromenti atti alla agricol-
tura, i quali, già pria che si trovasse l'uso del ferro, solevano farsi di rame. Oltre di ciò
nomarono costei con molti nomi, parte de' quali si sono di sopra dichiarati dove si ha trat-
tato della Terra, et alcuni sono qui communi con alcune dee che si diranno per l'ave-
nire. Nondimeno quelli che sono suoi propri ho giudicato esser bene descriverli. La chia-


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