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Biblia, Mt » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 50r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Queste due pesti per cognome dette
Furie si sono in uno istesso parto
Prodotte da la Notte atra, et oscura
Insieme con Meghera empia, e infernale
.
Appresso volsero questi tali haver diversi nomi, perché dissero nell'Inferno chiamarsi
cani, come pare che voglia Lucano, dove dice:
Homai v'allaccierò con vero nome
Et voi cani infernai ne l'alta luce

Collocherò
, etc.

Da' mortali sono dette Furie, sì come è manifesto dall'effetto per li versi di Virgilio:
Dai cerulei capei si leva un serpe,
Et gli lo gitta in seno, il qual scorrendo
Tutta furiosa il gran palazzo scuotte
Fino al profondo cor, ivi si ferma
Là onde avien, che per lo fiero mostro
.
Sono ancho appresso noi dette Eumenide, sì come mostra Ovidio dicendo:
Tennero in man l'Eumeride le faci
Rapite, e tolte dal funebre rogo.

Onde assai chiaramente si vede ciò essere fatto appresso noi nello sventurato matrimonio.
Si chiamano ancho Dire, et questo appresso i dei del Cielo, secondo che dimostra Virgilio:
Come tosto conobbe di lontano
Lo strido de la Dira, et l'ali; alhora

L'infelice Iuturna squarciò i crini
.

Percioché la dea Iuturna conobbe lo strido della Dira, o vogliamo dir fiera, nell'aere et
non in terra, si dicono ancho uccelli, come mostra l'istesso Virgilio:
Hor lascio le squadre; et non smarrite
O rozzi augei, me timido, et tremante;

Che di vostr'ali le percosse i' veggio.


Oltre di ciò Theodontio dice appresso habitatori di liti esser chiamate Arpie, et ap-
presso dicono che sono sottoposte ai voleri di Giove et di Plutone, come di loro scri-
vendo Virgilio dimostra:
Queste stanno dinanzi il tribunale
Di Giove; et stanno anchor nell'ampia entrata
Del fiero Re; dove a' mortali infermi
O con guerra smarrir regni, e cittadi.
Accrescono il timor; s'avien ch'il capo
Degli altri dei vuol far, ch'alcun divenga
Di lieto mesto; o vuol punir alcuno.

Ma hora è da vedere il significato di queste cose. Le chiamano figliuole d'Acheronte
et della Notte non per altra ragione, (a me pare), che per questa. Quando non succe-
deno secondo il disio i voleri, è forza che la ragione ceda, di maniera che di necessità pa-
re che nasca una perturbatione di mente. La quale non senza giudicio di cecità di men-
te continua, et per lo continuare diviene maggiore, fino attanto che cade nell'effetto;
il quale, oprato senza ragione, necessariamente conviene parere furioso. Et così le
Furie nascono da Acheronte et dalla Notte. Oltre di ciò appresso gl'infernali sono det-
te cani, overo cagne, cioè appresso gli huomini di bassa conditione, i quali ricevendo
qualche disturbo, non potendo le loro forze far resistenza al furore, con gridi empio-
no il tutto, a guisa di cani ch'abbaiano. Appresso gli huomini mezzani sono poi
dette Furie, overo Eumenide, percioché con maggior incendio offendono il furioso,
attento che, affine che l'huomo mediocre in sé si roda et consumi, oprano al-
cune cose. Conciosia che la legge publica vieta che non si opra nei minori, ma


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