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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Thesiphone, secon-
da figlia d'Acheronte.
Thesiphone è la seconda delle Furie, et figliuola d'Acheron-
te et della Notte; la quale così dipinge Ovidio:
Né con indugio Thesiphone piglia
Con importunità l'humida face
Per lo gelato sangue, et per quel rossa
In publico si veste, e a sé d'intorno
Cinge, et intorge velenosi serpi.
Esce di casa, e accompagnata viene

Da pianti, da timor, da doglia e stridi.


Et quello che va dietro. Alle quai cose Claudiano aggiunge queste:
Cento serpi, ch'a lei d'intorno stanno
Le girano la faccia, e intorno il capo
Minori sono, ma più crudi e fieri.
Entro le membra poi splende una luce
Eguale a quella, che dimostra Phebo
Quando da nubi è circondato, e chiuso,

Di venen piena, et di color di ferro.


Et a queste tali appresso, Statio continuando soggiunge:
Camina tutta colma di veleno,
Et per l'oscura bocca l'esce fuori
Un infiammato odor di marcia, e lezzo,
Dal qual viensi a produrre ad ogni gente

Et fame, et sete, et morbi, et una morte.


Così adunque, sì come per Virgilio è stata mostrata la qualità d'Aletto, per questi tre poe-
ti è stata descritta quella di Thesiphone. Oltre di ciò dice Fulgentio Thisiphone essere l'i-
stesso che è Trithoniphone, cioè voce d'ire, nella cui, poscia che il petto gonfio ha fatto
una inquietezza, liggiermente si cade. Et per ciò Ovidio vuole tal successo essere quella
face che di sangue ondeggia, perché l'ira infiammata mai non esce, eccetto che in sangue.
Et per tal causa la chiama rossa per lo sangue che abonda, togliendo il colore della fac-
cia dell'huomo irato, affine di mostrare la dispositione dell'animo. Né prima l'irato si le-
va che non venga accompagnato dalle lagrime degli amici, che conoscendolo poco in cer-
vello, di lui temeno; il quale però viene accompagnato dal terrore, accioché corrucciato
tutto paia terribile. Ma i serpenti a quella locati, sono per dinotare la crudeltà dell'ira.
Di qui venendo l'huomo irato manda i vapori in voce, cioè in parole, che spesso partori-
scono ruine di paesi, et morti, et povertadi d'huomini.
Meghera, terza Fu-
ria et figliuola d'Acheronte.
Meghera terza delle Furie, figliuola d'Acheronte et della
Notte, in questo modo viene dipinta da Claudiano, dove si tratta delle
Lodi di Stillicone:
Si leva poi da sedia triste, e vile
Meghera iniqua, a cui stassi appresso
Un scelerato error d'animo pazzo,
Et l'ire, che di spiume empie, e severe
Per tutto ondeggia; et altro non ricerca
Che sangue sparso per ferite, e morti,
Et di quel beve solo; et sol si nutre
Di quel, ch'insieme spargono i fratelli.


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