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Varro, Marcus Terentius - luogo non identificato » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 54r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


virtù dell'herbe, come che Plinio nell'Historia Naturale affermi Chirone, figliuolo di Sa-
turno et di Philara, essere stato il primo che conoscesse le virtù dell'herbe et che ri-
trovasse il medicare.
Mercurio, quinto fi-
gliuolo del Cielo.
Mercurio, il quale è il terzo, come dice Tullio nelle Nature dei
Dei
, hebbe per padre il Cielo et per madre il Giorno (eccittata nondi-
meno vergognosamente la natura); conciosia che, essendosi mosso dall'a-
spetto di Proserpina, a lei diede quelli ornamenti ch'agli altri si met-
teno. Tuttavia Theodontio dice che gli Egittii d'intorno alla verga
che costui tiene in mano gli hanno d'intorno involto un serpe; il che
Valerio dimostra nel settimo libro degli Epigrami di Martiale, dicendo:
Mercurio honor del cielo, et messaggiero
Molto facondo; qual in mano tiene
D'oro una verga; a cui d'intorno giace
Un horribile serpe in giro avolto.

Oltre di ciò dicono ch'egli hebbe da Venere sua sorella un figliuolo hermaphrodito. Ma
lasciate queste cose, veggiamo d'investigare quello che sotto tali fittioni volsero intendere
gli antichi. Et prima perché dicano lui vergognosamente essere stato generato dal Cielo.
D'intorno ciò esponeva Leontio molte cose, sì come l'aspetto del cielo verso la Terra, il
raro apparire del pianeta di Mercurio, et altre simili. Le quali, perché a me paiono fri-
voli, (lasciatele da parte) ho voluto descrivere l'openione di Barlaam. Diceva egli questo
tal Mercurio nella natività sua essere stato chiamato Hermete, overo Hermia, et gene-
rato di stupro da Philone d'Arcadia et da Proserpina sua figliuola, della quale, essendo in
un bagno, impudicamente s'accese. Et così assai chiaramente si vede che, commossa la lus-
suria et la natura vergognosamente, Proserpina fu veduta. Dice ancho haver havuto no-
me Hermes percioché, subito nato, Philone s'andò a consigliare con un Mattematico del-
le successioni di quello, onde gli fu risposto che tal figliuolo diventarebbe un huomo di-
vino, et grandissimo interprete delle cose celesti. Là onde Philone, c'havea deliberato
esporlo alla morte, lo fece serbare et con diligenza nodrire, chiamandolo Hermes, per-
cioché Hermena in greco latinamente suona Interprete. Dopo questo, essendo il fan-
ciullo cresciuto in età, et per vergogna della scelerata sua origine andato in Egitto,
ivi maravigliosamente fece profitto in molte scienze, et specialmente in Aritmetica,
Geometria et Astrologia, in tanto che fu preposto a tutti gli altri Egittii. Onde, per
l'eccellenza delle predette cose havendo già dalli Egittii meritato il cognome di Mer-
curio, diede opra alla medicina, nella quale divenne non meno profondo che nelle altre scien-
ze; et in tanta riputatione crebbe che, senza lasciare il nome di Mercurio, fu tenuto
per Apollo. Appresso, essendo molto più ampiamente divenuto capace ne' sacrifici degli
Egittii, a tutti crebbe in grandissima riverenza. Et ivi, o per nobilitare l'origine sua,
o per coprir la vergogna di quella, fu detto figliuolo del Cielo et del Giorno, come


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