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Alighieri, Dante - Divina Commedia » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 55r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


flue; il che se si usasse più del dovere, o in quantità, in uno indebilito, liggiermente con la su-
perfluità n'uscirebbe l'anima. Et però d'intorno tali et simili cose molto giova l'avedu-
ta discretione del medico, la quale viene sotto apparenza del prudentissimo serpe aggiun-
ta alla verga, et d'intorno a quella avolta, affine che mai l'auttorità senza la discrettio-
ne non si debba oprare. Paolo dice, poi, che non è cosa vera c'habbia generato un herma-
phrodito, ma ciò è stato finto et aggiunto perch'egli fu il primo che dimostrasse agli
Egittii con ragione naturale poter nascere uno hermaphrodito, et in qual parte della ma-
trice dalla femina fosse concetto; attento che per inanzi loro istimavano essere cosa mon-
struosa nascer tali parti, et però (se alle volte aveniva che ne nascesse alcuno) come co-
sa contra natura li gittavano via.
Hermophrodito, fi-
gliuolo di Mercurio et di Venere.
Dice Theodontio che Hermophrodito fu figliuolo di Mercurio
et di Venere; il che dimostra ancho Ovidio, dicendo:
Nodrirono le Naiade negli antri
Del monte Ideo un bel fanciul, che nacque
Di Venere, e Mercurio; del qual'era
Il sesso tal, ch'in lui chiar si scorgea
L'imagine del padre, et de la madre,
Et da l'uno, et da l'altra hebbe il suo nome.

Del quale, Ovidio recita appresso tal favola. Dice egli che, essendo costui stato lasciato in
Ida monte della Phrigia, dove era stato nodrito, così caminando giunse in Caria, et ivi
vide un fonte limpido et chiaro, nel cui la Nimpha Salmace habitava. La quale, veggen-
do questo giovanetto bellissimo, incontanente di lui s'accese, et con piacevoli parole si
sforzò di condurlo al suo disio. Finalmente di ciò vergognandosi il giovanetto, et insie-
me sprezzando le parole et gli abbracciamenti della Nimpha, quella, fingendo partirsi, si
nascose dietro un cespuglio. Onde il giovane, pensando la Nimpha essersi partita, ignudo en-
trò in quel fonte. Il che veggendo la Nimpha Salmace, subito spogliatasi, ivi medesimamen-
te si corcò, et a forza lo prese et tenne stretto. Ma ritrovandolo fiero, et a' suoi desideri non
pieghevole, pregò li dei che facessero ch'amendue loro divenissero un solo. La qual cosa
avenne. Et così colui che maschio era entrato nel fiume, uscendo et maschio et femina ri-
trovossi; il quale poscia pregò medesimamente i dei che tutti quelli ch'entrassero nel det-
to fonte havessero a patire l'istesso infortunio. Il che egli, col favore del padre et della
madre, ottenne. Vuole Alberico che l'Hermaphrodito generato da Mercurio et Venere
sia il parlar lascivo oltre il diritto, il quale, dovendo esser virile, per la soverchia delicatez-
za di parole pare feminile. Ma io riferisco questo Hermaphrodito alla natura di Mer-
curio, il quale ha l'uno et l'altro sesso, sì come l'honorato Andalone diceva; percioché con i
maschi pianeti è maschio, et con li feminini è femina. Onde egli vuole tra l'altre cose in-
ferire, a quei nelle cui natività sta in ascendente, che se altro pianeta non gli facesse op-
posta, overo altro loco del cielo, di necessità sarebbe tenuto dalla concupiscenza dell'uno
et l'altro sesso. Ma alcuni vogliono il Poeta haver penetrato più in alto, dicendo nelle ma-
trici delle donne esservi sette stanze atte al parto, tre delle quali sono nella parte destra


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