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Seneca, Lucius Annaeus - Phaedra » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 60v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


contra la sua superbia in mezzo del pericolo, o quante fiate non solamente lodai i
folgori di Giove, ma ancho gli bramai. O quante fiate pregai, che le catene et
tormenti le fossero raddoppiati? Ma che, finalmente? Poscia che alquanto eglin,
non altramente che se fossero tornati vivi, fecero empito contra il cielo; onde con grandi-
simo strepito rimbombarono tutte quelle fortune di mare che i furiosi venti havevano com-
mosso, (come istimo) per volontà di Dio, a cui ubbidisce il tutto; s'acquetarono l'onde, et
se bene il mare non venne in tutto tranquillo, nondimeno si fece navigabile. Per la qual co-
sa dilungatomi da Cipro, et venendo verso l'Egeo, di lontano tutto maraviglioso incomin-
ciai riguardare certi grandissimi corpi dai folgori ancho abbrugiati, et per l'infernal
pallidezza et caligine sozzi; i quali erano di maniera incatenati che non senza difficul-
tà puoti cavare i nomi per descriverli. Tuttavia quelli c'ho potuto conoscere saranno posti
in questo volume, con i suoi discendenti. Ma accioché io non manchi, mi sia in aiuto colui
ch'aprì il fiume Giordano al popolo <d'>Israele nel passarlo.
Titano ottavo figliuo-
lo del Cielo, che generò molti figliuoli, tra ' quali qui ne sono nomati
quattordici, cioè Hiperione, Briareo, Ceo, Tiphone, overo Ti-
pheo, Enchelado, Egeon, Aurora, Iapeto, Astreo, Alous,
Pallene, Ronco, Purpureo et Licaone. Oltre di ciò generò an-
cho altri Giganti, de' quali non si sanno i nomi.
Assai nel precedente volume s'è detto del Cielo, figliuolo dell'Ethe-
re et del Giorno. Ma nel descriversi la sua prole, dicono gli antichi
Theologi, sì come mostra Lattantio nel libro delle Divine Institutioni,
Titano essere stato suo figliuolo, et di Vesta. Del cui Theodontio affer-
mò la Terra figliuola di Demogorgone essere stata moglie; della quale
vedrassi nelle seguenti scritture egli haver havuto molti figliuoli. I quali
tutti mostra Virgilio che siano nati nella quinta Luna, mentre dice:
Alhor la Terra nela quinta Luna
Con scelerato parto il fiero Oeto
Et Iapeto, et Tipheo genera, e insieme
Gli altri fratelli congiurati in uno
Di rovinare il cielo, et struggier Giove.

Di questo Titano si rifferiscono molte cose favolose, tra le quali specialmente dicono
c'hebbe guerra con Giove et egli altri dei. Onde, volendo eglino torli il cielo, messero per
forza di braccia monti sopra monti, con animo di fare col mezzo di quelli una strada per
giungere al cielo. Nondimeno furono finalmente da Giove fulminati, et incatenati nell'In-
ferno a perpetua morte, come assai convenevolmente nel sesto dell'Eneida mostra Virgilio.
Le cose che sono nascoste sotto questa fittione contengono in sé historia, et senso morale
congiunto al naturale. Quello che s'appartiene all'historia, di parola in parola lo citterò
qui, sì come è nella Sacra Historia scritto. Dice ella in questo modo: Indi Saturno
menò Opi


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