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Homerus - Ilias » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 61r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano

per moglie; Titano, ch'era maggior d'anni, dimanda il reame. Là onde la madre Vestale, o
la sorella Cerere, et Opi persuadeno a Saturno che non ceda il reame al fratello. Di che
Titano, ch'era di faccia più sozzo di Saturno, veggendo la madre et le suore dar opra et
favore al fratello contra di lui, consentì che Saturno regnasse, con questo patto però, che tutti i
figliuoli maschi che nascessero di Saturno non fossero allevati. Et ciò fece egli accioché il
regno tornasse ne' suoi figliuoli. Così il primo figliuolo che nacque di Saturno fu morto. In-
di ne nacquero due, Giove et Giunone; onde Giunone fu mostrata al padre, et Giove di nasco-
sto fu dato a Vesta a nodrire. Oltre di ciò Opi partorì Nettuno, il quale medesimamente sen-
za saputa di Saturno fu nascosto. Così ancho fu fatto nel terzo parto di Plutone e Glau-
ca, perché Plutone, latinamente detto Orco, fu tenuto di nascosto; ma indi a poco Glauca pic-
colina se ne morì.
Né molto da poi continuando, la Sacra Historia dice: Onde Titano, poscia
che seppe Saturno havere allevato i figliuoli, segretamente menò seco i suoi chiamati Titani,
i quali presero Saturno et Opi, mettendoli con guardie in prigione.
Dopo questo, non molto dopo
segue dicendo: Ultimamente, intendendo Giove il padre et la madre essere tenuti in distret-
to, venne con un gran numero di genti Cretesi a combattere contra Titano et i figliuoli,
onde liberò il padre et gli restituì il reame, tornandosene poi in Candia.
Queste cose scri-
ve Lattantio dall'Historia Sacra; le quali quanto siano vere lo dimostra la Sibilla Erittrea,
che quasi l'istesso rifferisce. Veduto hora il senso dell'historia, d'intorno l'avanzo resta
a dire alcune poche cose. Et prima quello che vogliano intender que' tali che dicono costui
essere stato figliuolo del Cielo et di Vesta. Il che penso (oltre la verità dell'historia) poter-
si dire di ciascun mortale; conciosia che habbiamo il corpo terreno et l'anima immorta-
le, delle quai cose si sa essere composto l'huomo. Ma costui con più alto invoglio di parole
dall'universo numero de' mortali viene inalzato, et chiamato Titano, che significa (come
piace a Lattantio) l'istesso che fa vendetta, percioché s'è di sopra dimostrato Vesta essere
la terra, et la Terra sdegnata per ira degli dei in sua vendetta haver partorito i Titani.
Et perché dove s'è trattato della Fama egli s'è mostrato quale sia l'ira degli dei, et qual
mente i figliuoli della Terra si levassero in difesa della madre, basta d'avantaggio qui nar-
rare costui solo uscito dalla Terra essere stato uno di quelli famosi huomini che con l'opre
si sforzò inalzare la fama et vincere la sua morte. Che la Terra poi gli fosse moglie,
egli è da intendere il grand'animo di costui, et d'ogn'altro a lui simile, col quale soggioga
a sé la Terra, sì come il marito la moglie, et lei signoreggia, con l'animo almeno, se il pos-
sesso gli manca. Vogliono che di costei generasse molti figliuoli, il che ancho la historia
dimostra; et ancho vogliono (se è possibile) che per la conformità dei costumi alcuni gli
fossero attribuiti per figliuoli, sì come di molti si fanno, et chiaramente si vede per lo na-
scosto sentimento; né ad alcuno deve essere in dubbio che molti per lo passato, et hoggidì
ancho, siano famosi huomini, i quali possano essere detti di lui figliuoli, conciosia che egli
viene descritto il primo. Appresso dicono questi essere stati chiarissimi huomini, et contra
gli dei haver havuto guerra, accioché consideriamo, per la grandezza d'animo, il passo del-
la superbia esser facile. Et per ciò (sì come per lo più) mentre i Prencipi con poca conside-
ratione oprano, dalla gloriosissima virtù caggiono nel vituperoso vitio, et alhora divengo-


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