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Biblia, Ps » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 63r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano

caldo del Cancro et del Leone. La mollitie dello spirar d'auttunno. La forza del freddo
tra l'una et l'altra temperanza. Tutto questo dispensa il corso del Sole, et la ragione.
Ragionevolmente adunque viene detto core del cielo, per lo quale vengono fatte tutte le
cose, le quali noi veggiamo esser oprate per divina ragione. Questa è ancho cagione per
la cui meritamente è chiamato core del cielo; che la natura del foco sempre in perpetuo mo-
vimento è mossa. Ma habbiamo detto il Sole essere il fonte del foco celeste. Onde il Sole nel
cielo è l'istesso che è il core nell'animale, del quale è tale la natura che mai non cessa dal
moto; et ogni volta che per qual caso si voglia cessa dal movimento, incontanente l'animal
muore.
Questo scrive Macrobio. Dalle cui parole a pieno si può conoscere lui haver isti-
mato il Sole cagione di tutte le cose. Appresso, come dice Macrobio Cenopide, lo chiama lo
sia, percioché dal tramontare fino al levare stendendosi fa un cerchio tondo. È ancho detto
Phebo, et specialmente dai Poeti; il che è detto dalla specie et dalla splendidezza. Altri
lo chiamano Phebo perché è novo, conciosia che ogni mattina pare ch'egli novo dall'ori-
zonte si levi. È detto appresso Lico, et sì come vogliono alcuni, così chiamato da Licio, tem-
pio di Delo. Ma Macrobio mostra che Cleante ne rende altra ragione, dicendo: Cleante scri-
ve Apollo essere nomato Licio percioché, sì come i lupi rapiscono le pecore, così medesima-
mente egli toglie l'humore ai raggi.
È ancho chiamato da' Soriani, come dice l'istesso Ma-
crobio, Soconia; il che è tratto dallo splendore dei raggi, da loro detti chiome d'oro del So-
le. Così ancho Argitoroso, perché nascendo per lo sommo spatio del mondo, sì come un cer-
to arco, viene figurato per la spetie bianca et d'argento; dal qual arco i raggi in guisa di
saette risplendono. È ancho detto Horo, sì come grandissimo et sublime Gigante, come noi
stessi possiamo vedere; et questo nome gli è stato imposto dagli Egittii. Appresso è chiama-
to con molti altri diversi nomi, sì come è chiaro in Macrobio nel libro dei Saturnali.
Le Hore, figliuole del
Sole et di Croni.
Dice Theodontio le Hore essere state figliuole del Sole et di Croni,
et da lui così chiamate, percioché dagli Egittii è nomato Horo. Home-
ro dice che queste tali apparechiano il carro et i cavalli al suo tempo
al Sole, et quando vuole comparire al giorno elle gli aprono le porte
del cielo. Ma io istimo che siano dette figliuole del Sole et di Croni,
che è il tempo, percioché per lo camino del Sole con certo spatio di tem-
po vengono a formarsi. Che poi apparechino i cavalli et il carro al Sole, credo ciò esse-
re stato finto perché, succedendo l'una dopo l'altra per ordine, la notte passa et il dì giugne,
nel quale il Sole, sì come in carro a lui apparechiato dalla successione delle hore, entra; nel
cui principio di successione pare che le Hore del giorno gli aprano le porte del cielo, ci
è il nascimento della luce.
Le Eone figliuole
del Sole.


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