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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


ria, la Licia, et l'Elaga, vinta dalla fatica et dal dolore si fermò, et sé stessa sprezzan-
do si diè a piangere; di che avenne che la infelice per compassione delle Naiade fu conver-
sa in fonte, come dice Ovidio:
Così dal lagrimar venuta meno
Bibli prole del Sol si cangia in fonte,
Qual'hora in quelle valli il nome tiene
De la sua donna, e a' pié degli arbor corre.

La fintione è assai manifesta, percioché per lo continuo pianto fu tenuta un fonte che scorresse.
Pasiphe, ottava fi-
gliuola del Sole et moglie di Minos.
Nacque del Sole Pasiphe, sì come si può comprendere nella
Tragedia di Seneca Poeta, per li versi di colui che parla nella Tragedia
d'Hippolito:
Che può colui, che presta il lume suo
Ad ogni cosa di tua madre padre?

Et quello che segue. Queste parole sono d'una nutrice che parla a Phedra, figliuola di Pa-
siphe et inamorata d'Hippolito. Ma Theodontio dice che non fu figliuola del Sole d'Hi-
perione, ma del Rodiano. Costei fu moglie di Minos Cretese; la quale, essendo Minos alla
guerra contra Megaresi et Atheniesi per vendicar la morte dell'amazzatogli figliuolo
Androgeo, fu infiammata da scelerato et lascivo Amore da Venere, che perseguitava tut-
ta la progenie del Sole. Onde amò un bellissimo toro, et si dice che per arteficio di Deda-
lo venne negli abbracciamenti di quello, et di lui partorì un mostro mezzo huomo et
mezzo toro. Altri poi descrivono altramente la cagione di questo amore, dicendo che,
essendo Minos per andar alla guerra, pregò Giove che gli apparechiasse vittima da sa-
crificare degna di lui; onde incontanente si vide inanzi un toro, dalla cui vaghezza vin-
to Minos, lo serbò per capo de' suoi armenti, et in sua vece ne sacrificò un altro. Di
che Giove sdegnato oprò che, essendo egli assente, la moglie di quello s'inamorasse. Et di qui
vogliono che Minos non havesse ardire punir la moglie del commesso peccato, che adunque
Pasiphe figliuola del Sole s'impregnasse d'un toro. Servio vuole questo toro essere stato un
scriba di Minos, così chiamato per nome, il quale in casa di Dedalo si congiunse con Pasi-
phe et la impregnò d'un figliuolo, et finalmente ne partorì poi due, l'uno de' quali chia-
ramente pareva conceputo di Minos, et l'altro per segni chiarissimi di toro; ma del se-
condo non si potendo chiarire, gli fu posto un nome che serviva ad amendue i padri, et
così fu nodrito col nome di Minotauro. Ma io istimo sotto questa favola essere nascosto un
molto più alto sentimento. Penso veramente gli antichi haver voluto dimostrare qualmen-
te si cagionasse il vitio della bestialità in noi, con questa ragione. Pasiphe, bellissima donna
et figliuola del Sole, cred'io essere l'anima nostra, qual è figlia del vero Sole, cioè d'Iddio
Onnipotente, dal quale è creata chiarissima d'ogni bellezza d'inocenza. Costei diviene mo-
glie del Re Minos dator delle leggi, cioè si congiunge alla ragione humana, la quale con le
sue leggi ha a regerla et a drizzarla a dritto camino. Di costei è inimica Venere, cioè
l'appetito concupiscibile, il quale accostandosi alla sensualità sempre è nemico della ragio-
ne; al quale, se s'accosterà l'anima, egli è necessario che si separi dalla ragione, dalla cui


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