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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 66r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Medea, figliuola
del Re Oeta et moglie di Giasone.
A bastanza si vede per li versi d'Ovidio Medea essere stata
figliuola del Re Oeta et della moglie Ipsea; il quale così dice:
He v'era il padre Oeta, al qual potesse
Sprezzata gire; ne la madre Ipsea.

Di questa Medea si recita una grande historia, ch'alle volte si congiunge con favole. Di-
cono inanzi ogni altra cosa, il che s'è tolto da Apollonio, che scrisse un libro degli Argonau-
ti
, Giasone mandato dal padre Pelia esser venuto a Colcho, et benignamente essere stato
ricevuto da Oeta; del cui s'innamorò la figliuola Medea ancho donzella. Contra la qua-
le sdegnata Venere, sì come havea fatto contra tutto l'avanzo della stirpe del Sole, fece
che il suo figliuolo aventò in lei tutte l'ardenti et amorose fiamme. Onde conoscendo ella
i pericoli manifesti a' quali l'amato giovane da lei per acquistare il Vello d'oro andava ad
esporsi, di lui mossa a compassione, et fatta promissione insieme di pigliarsi per sposi, lo
amaestrò a qual partito senza pericolo di quello potesse insignorirsi; onde tolto il Vello in-
sieme con Giasone si diede a fuggire, menando seco in compagnia Assithio, overo Agia-
leo suo picciolo fratello. Ma intendendo che Oeta gli perseguitava, per haver più agio di
allontanarsi et fuggire, giunta nell'Isola delle fauci di Phasi, chiamata Tomitania per
la scelerità da lei commessa, la qual isola fu poi nobilitata per l'essiglio d'Ovidio Nasone,
et imaginandosi che, volendola il padre seguire, era necessario che d'ivi passasse, amaz-
zò il fanciullo Assithio, et smembrandolo tutto qua et là lo sparse per li campi, accio-
ché il padre si fermasse a raccorre le membra del figliuolo, et ella intanto havesse tempo
di fuggire. Né il pensiero ingannò la scelerata, percioché così avenne; conciosia che, mentre
lo sconsolato padre piangendo stette a raccorre le membra del figlio et darli sepoltura, ella
insieme col rubatore se ne fuggì. Et doppo lungo girar di camino, secondo alcuni giunse
in Thessaglia, dove a' preghi di Giasone ritornò in età giovanile il vecchio padre Esone.
Et havendo partorito a Giasone due figliuoli, armò le figliuole di Pelia nella morte del
padre. Finalmente, fosse per qual cagione si volesse, fu rifiutata da Giasone, et invece di
lei sposata Creusa figliuola di Creonte Re di Corinthi. Il che sopportando Medea mala-
mente si pensò una malitia, et mandò suoi figliuoli con alcuni doni rinchiusi in una cassetta
a Cassandra, sotto fintione che placassero l'ira della madrigna. La qual arca non prima fu
aperta da Cassandra che subito n'uscì una grandissima fiamma che volò per tutto il pa-
lazzo reale, et insieme con Creusa tutto l'arse; ma i figliuoli, di ciò avisati prima, fuggi-
rono salvi. Onde, per così scelerata opra contra lei sdegnato Giasone, et volendo di ciò farle
patir le pene, la crudel femina nel suo conspetto gli amazzò i propri figliuoli innocenti;
et volando con sue malie et incanti se n'andò in Athene, dove tolse per marito Egeo, già
vecchio, et a lui partorì un figliuolo, il quale da sé chiamò Medo. Ma havendo ella apparec-
chiato a Theseo, che ritornava da una lontana et lunga espeditione, non conosciuto da Egeo,
per l'istesse mani li diede una bevanda avenenata; et veggendo che Egeo, tosto che conobbe il
figliuolo, gli la levò via, cacciata da Theseo, schifò quell'ira. Et finalmente (non so a qual


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