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Biblia, Ps » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 68v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


rationi, veramente non altrimenti che se dormisse si congiunge all'operationi attive. Il
che è stato detto di Endimione, perché in tutto il tempo di sua vitta non cessò di dar opra
a niente altro eccetto a questa speculatione, sì come testimonia Minasta in quello li-
bro ch'egli scrisse della Europa. Il che io istimo vero; né sia alcuno che si maravigli del
lungo spatio di tempo, attento che d'intorno il corso della Luna vengono molte cose da
considerare, come il degno di reverenza Andalone dimostra nella sua Theorica dei Pia-
neti
. Ma che prima pascesse i bianchi gregi, credo ciò esserli aggiunto per dimostrare
la qualità del loco della sua consideratione, il quale fu nella cima di quel monte ch'egli
si elesse per poter più liberamente capire l'elevationi come in loco più libero; et le ci-
me dei monti, et spetialmente le alte, per lo più sono solite essere piene di nevi, le cui nevi
guardate lungamente dal pastore furono cagione di farlo chiamare guardiano di bian-
co armento. Che poi fosse baciato dalla Luna, penso esser finto perché, sì come quelli ch'a-
mano una donzella tengono dono del suo amore un bacio, così della lunga sua meditatio-
ne essere stato dono l'haver ritrovato il corso della Luna; onde pare ch'egli havesse un
bacio del suo amore. Resta vedere dei nomi. Vogliono che sia detta Luna dalla luce, et
massimamente mentre nella sera luce; percioché, lucendo la mattina, vogliono che sia
chiamata Diana. Hecate poi è detta perché s'interpreta cento, nel cui numero essendo
posto quasi il finito per l'infinito, vogliono essere dinotata la grandezza della sua poten-
za. Alcuni vogliono che per suo nome principale sia detta Trivia, benché Seneca nella
Tragedia d'Hippolito la chiami Triforme. Chiamasi ancho la Luna Diana, et Proser-
pina. Dicono medesimamente esser chiamata Lucina, come fa nell'Ode Horatio, dicendo:
Tu affermi d'esser detta ancho Lucina.
La quale chiamano dea delle donne che partoriscono; et perché così sia detta, poco
di sotto egli si dichiarirà. Argentea poi la chiamano percioché egli è suo proprio
procrear l'argento, overo perché, rispetto al Sole che è d'oro, ella paia d'argento.
Phebea la dissero perché spesse volte è nova. Arthemia, overo Arthemi in lingua
Atheniese significa l'istesso che fa Luna; et perciò è così detta (come referisce Macro-
bio) perché Arthemi, quasi Arnothemi, cioè secante l'aere. La Luna da quelle che
partoriscono è chiamata per essere suo proprio scendere per le apriture del corpo et
far la strada ai meati; il che è prestar salute ad accelerare i parti, sì come il Poeta
Timotheo elegantemente espresse. È poi detta Mena perché alle volte patisce difetti,
come è nelle Eclipsi, onde Mena latinamente suona l'istesso che fa difetto; overo per-
ché naturalmente manca di luce, et quella ch'ella possede la toglia in prestanza
dal Sole, come fanno le altre stelle. Gli altri nomi poi, perché s'appartengono ad
altre dee delle quali si farà particolar ricordo in quest'opra, voluntariamente gli
ho lasciati fino a tanto che di loro si tratterà.
Rugiada fi-
gliuola della Luna.


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