BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Aristoteles - De generatione et corruptione » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 73v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


poi Mauro; il terzo, quello che col fratello Hespero passò in Mauritania. Oltre ciò vi
è Atlante Italiano, il quale, sì come si dice, anticamente fu signor di Fiesole; del quale non
trovando l'origine non l'ho posto. Onde di quale di questi siano quelle cose che si trova-
no scritte non v'è certezza, come che alle volte per conietture egli si possa capire. Scri-
verò adunque d'un solo, come se d'un solo fossero tutti fatti. Fu adunque Atlante (come è
stato detto) figliuolo di Giapeto et di Climene, overo di Asia o di Libia; del quale si recita
tal favola. Che essendo andato Perseo figliuolo di Giove per comandamento del Re Poli-
doro (come piace a Lattantio) ad amazzare la Gorgone, et havendola vinta et taglia-
tole il capo, et tornando vittorioso, gli avenne di allogiare con Atlante; il quale, dall'ora-
colo essendo stato avisato che si guardasse dai figliuoli di Giove, che da uno di loro sareb-
be privo del reame, intendendo costui essere figlio di Giove, nol volse albergare. Là onde
sdegnato Perseo, scoperto il capo di Gorgone, il trasmutò in un monte di suo nome, et il
condannò che in eterno con gli homeri sostenesse il cielo. Il che fu fatto. Sotto questa fittio-
ne adunque gli stati inanzi a noi volsero esservi nascosta una historia, dicendo Fulgen-
tio che, vinta Medusa ricchissima Reina, Perseo con le genti et thesori di Medusa as-
salì il reame d'Atlante, et il constrinse fuggire nei monti. Et così colui che dal palazzo
reale se ne fuggì ne' monti diede materia alla favola, onde si dicesse che fosse converso in
monte per opra di colei dalle cui ricchezze in quelli era stato cacciato; percioché nei
monti et nei luoghi selvaggi vieppiù che nelle cittadi vi sono cose aspre et dure, et
di qui si prende materia che secondo la conversatione del paese siano ancho gli huomini
che vi habitano. I quali di que' costumi apprendendone sono intieramente huomini o fie-
re, o come cose insensibili; perché la creatura rationale in altro non si può conoscere
differente dalla irrationale che per la cognitione del mondo. Che sostentasse con gli
homeri il cielo, fu per altra cagione; percioché Agostino nel libro de la Città di Dio
afferma costui essere stato un grandissimo Astrologo, et Rabano dice che fu il primo
che trovò l'arte d'Astrologia. Il che penso essere tolto da Plinio, perché egli nel libro
dell'Historia Naturale dice costui essere stato inventore della Astrologia; et di qui per li
sudori da lui patiti in tal arte è stato detto con gli homeri sostentare il cielo, perché ve-
desse tanto inalzarsi la cima del monte che sopra quello paia chinarsi il cielo. Oltre di ciò
dissero gli antichi che costui hebbe molte figliuole, le quali istimo essere nate di diversi
Atlanti et a questo solo attibuite, sì come nella loro particolar descrittione più chia-
ramente vedrassi.
Hia figliuolo
d'Atlante.
Per dar di Etra, si principiò da un solo del miglior sesso; Hia fu
figliuolo d'Atlante, et sì come piace ad Ovidio:
Non ancho Atlante il peso havea del cielo;
Quando fu nato il bel da veder Hia
Etra costui de' l'Oceano stirpe
A tempo partorì con l'altre Nimphe;

Ma Hia fu il primo, che di tutte nacque.



pagina successiva »
 
p. 73v